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Marco Bellocchio ha portato Senigallia sul tappeto rosso del Festival di Cannes

2' di lettura Senigallia 24/05/2023 - Sullo schermo del Palais du Cinema è sbarcata anche Senigallia: nel dramma storico Rapito di Marco Bellocchio il Duomo è protagonista di alcune intense sequenze.

Martedì sera è stato presentato in prima mondiale al Festival Rapito, il nuovo lungometraggio del regista italiano di Il traditore ed Esterno Notte. Rapito è uno dei tre film italiani in corsa per la Palma d'Oro, tra i più prestigiosi premi cinematografici al mondo.

In una cornice glamour e internazionale, gli spettatori del Palais Du Cinema hanno potuto ammirare per alcuni minuti la bellezza di Senigallia, immortalata dal regista italiano in una sequenza del film. Considerando le ottime recensioni ricevute da Rapito, Bellocchio può davvero sognare un piazzamento importante e con lui Senigallia, protagonista del film grazie ad alcuni interni ambientati nel Duomo cittadino.

Rapito racconta la storia vera di Edgardo Mortara, bambino bolognese di famiglia ebrea strappato ai familiari dopo essere stato battezzato di nascosto da una domestica. La vicenda si svolge nell'Italia del 1858, quando ancora il centro Italia era sotto l'influenza pontificia.

Nel film Papa Pio IX reclama Edgardo in Vaticano, spendendosi in prima persona per sottrarre il bambino alla sua famiglia. Così, in apertura del film, i gendarmi portano via il bambino alla famiglia, in quello che poi diventa un vero e proprio rapimento legalizzato. L'eco mediatica del caso arriverà fino in America, ieri e oggi. Prima di Bellocchio infatti è stato Steven Spielberg a carezzare l'idea di raccontare questa storia, girando un film in Italia.

Nel corso del suo viaggio verso lo stato pontifico, il piccolo Edgardo (interpretato da Enea Sala) e la sua scorta fanno tappa proprio a Senigallia. Come viene ricordato nel film, la città infatti ha dato i nati al pontefice, che è stato battezzato nel Duomo cittadino. Pio IX dunque chiede che il bambino faccia tappa in una chiesa a lui cara prima di arrivare in Vaticano.

Bellocchio ha incluso nel film una lunga scena ambientata negli interni del Duomo cittadino. Le due accompagnatrici del piccolo Edgardo gli insegnano i primi rudimenti della fede cattolica, facendo riferimento alle statue e agli affreschi presenti nella chiesa. Protagonista della scena è un crocifisso ligneo che il bambino guarda impaurito e confuso, mentre gli viene spiegato che Gesù "era ebreo come te, prima di essere battezzato".

Ritrovare al cinema gli interni del Duomo sarà un'esperienza sorprendente anche per chi conosce bene Senigallia. Il Duomo infatti risulta austero, maestoso, grazie all'ottima fotografia di Francesco Di Giacomo.

Apparire in un dramma storico così ben documentato di un grande regista italiano amato in Francia e in tutto il mondo è motivo d'orgoglio per Senigallia, che scrive un piccolo tassello di un grande film che racconta l'Italia di fine Ottocento.

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Questo è un articolo pubblicato il 24-05-2023 alle 15:53 sul giornale del 25 maggio 2023 - 8134 letture

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