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Der Doppelgänger. De segùn como se mire, todo depende

4' di lettura Senigallia 30/01/2023 - Per molti sono concetti noti, ma parliamone. Come disse Barak Obama alcuni anni fa, viviamo nel miglior periodo per l’umanità e non c’è dubbio che sia così. Ogni indicatore, rispetto al passato, ci dice che oggi l’umanità vive meglio di mille anni fa, di cinquecento, di cento, di cinquanta.

La vita media è più lunga, la medicina ha fatto passi da gigante, la povertà globale si è ridotta, la criminalità è calata (in Italia 303 omicidi nel 2021 contro 1916 nel 1996, fonte Istat) la qualità della vita è migliore. Chi ne dubita, immagini di avere un appuntamento dal dentista nel 1920. Malgrado questo, siamo molto preoccupati per il futuro e crediamo che le cose non vadano poi così bene. In parte è vero, viviamo costantemente in situazioni di crisi: le guerre, le malattie, l’economia. Ma non è diverso da quello che è sempre stato: senza andare più lontano il XX secolo, dal quale quasi tutti arriviamo, si aprì con una guerra mondiale, seguita da una pandemia che provocò più morti della guerra. Subito dopo arrivò una crisi economica devastante che terminò dopo oltre dieci anni con una seconda guerra mondiale che fece decine di milioni di morti e tragedie disumane come l’olocausto e l’uso della bomba atomica. In Italia abbiamo attraversato i cosiddetti “anni di piombo” nei quali salivi in treno senza sapere se saresti arrivato a destinazione o saresti saltato in aria in una galleria.

Ma allora perché siamo così convinti che le cose stiano andando a rotoli? Anche per colpa di quella che gli psicologi chiamano “euristica della disponibilità”: ogni giorno siamo raggiunti da storie di guerre, di crimini, di disastri e nel caso non bastasse ci vengono dipinti scenari catastrofici. È che le notizie - che siano vere, false, manipolate - riguardano ovviamente quello che accade, non quello che non accade. Un aereo cade, altri diecimila atterrano felicemente (lo dice uno che non vola per paura da tempo immemore), in un paese si combatte, in tanti altri no. Peraltro, le cose positive si realizzano di solito con tempi molto più lunghi di quelle negative, con una sensazione del tutto diversa. Spesso poi la nostra percezione deriva da un innalzamento dei valori: comportamenti che oggi non concepiamo, un tempo erano considerati accettabili (il bullismo, il delitto d’onore). Abbiamo quindi una “disponibilità” falsata di notizie, sulle quali basiamo le nostre convinzioni. Insomma, magari con delle oscillazioni e non in modo costante la vita umana è migliorata nel corso del tempo. Questo accade per le azioni dell’uomo, non in modo naturale, perché il mondo è regolato dal disordine e per tendere all’ordine occorre intervenire, così come per sopravvivere e non ammalarsi occorre nutrirsi e curarsi. Occorre energia, occorre consumo che sia intellettuale o materiale, per combattere la tendenza naturale verso l’entropia.

Occorre saper leggere i fatti, saperli contare: occorre riscoprire un moderno illuminismo. Occorre riaffermare la fiducia nella scienza, confidare nel futuro, valorizzare la conoscenza, superare le doglianze degli intellettuali del pessimismo, da Nietzsche ad Heidegger a Marcuse fino a tanti maître a penser odierni. E questo malgrado l’idea diffusa che il profeta di sventura sia un analista più saggio di chi propone soluzioni: mala tempora currunt sed peiora parantur, sosteneva Cicerone; niente di nuovo. Non esiste in realtà una sola cura che risolva i problemi della società: la lotta contro l’inquinamento deve coesistere con la necessità di energia richiesta dal progresso. E a proposito vediamo invece come si sia sviluppata negli ultimi decenni una sorta di “progressofobia” in parte naturale, in parte riconducibile alla distorsione della disponibilità di cui abbiamo già detto, alla quale occorre trovare presto validi antidoti.

Se questi appunti vi hanno in qualche modo stimolato una riflessione, vi invito a leggere “Illuminismo adesso” (https://it.wikipedia.org/wiki/Illuminismo_adesso), di Steven Pinker, docente di psicologia ad Harvard (https://it.wikipedia.org/wiki/Steven_Pinker). Vale il tempo.






Questo è un articolo pubblicato il 30-01-2023 alle 12:02 sul giornale del 31 gennaio 2023 - 278 letture

In questo articolo si parla di renato pizzi, illuminismo

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