Statuti e costituzioni nelle Marche fra 1848 e 1948

Dopo la ventata modernizzatrice giunta in Italia grazie alle legislazioni delle Repubbliche filofrancesi e l’imposizione del Codice napoleonico, tra fine ‘700 e inizio ‘800, con la restaurazione degli antichi regimi regionali nel 1814-’15, la penisola italiana e in particolare lo Stato Pontificio erano sostanzialmente ricaduti nel torpore di tradizioni legislative o consuetudinarie frequentemente risalenti all’età medievale.
Occorrerà attendere la primavera dell’anno europeo delle insurrezioni, il 1848, perché anche nei piccoli stati del nostro paese si potesse assistere ad un movimento innovativo che, promosso dalle riforme del giovane papa senigalliese Pio IX all’indomani della sua elezione nel 1846, si era tradotto in una serie di concessioni statutarie. Con la creazione della Repubblica Romana tale fenomeno rivoluzionario produrrà una vera ma fugace costituzione, la quale - ispirata da Giuseppe Mazzini e approvata il primo luglio 1849 dai membri dell’Assemblea Costituente, fra cui Giuseppe Garibaldi eletto nel distretto di Macerata - influenzerà tuttavia la formulazione dell’attuale costituzione repubblicana, vigente dal primo gennaio 1948. L’incontro, introdotto dal prof. Ettore Baldetti, deputato della Deputazione di Storia Patria per le Marche, su "Le riforme istituzionali del 1848-'49 nelle Marche", seguito dal contributo dell’ avv. Gianfranco Paris, direttore del Comitato Provinciale di Rieti dell’Istituto Storico del Risorgimento, sul tema “Dalla Costituzione della Repubblica Romana alla Costituzione della Repubblica Italiana”, può essere seguito in diretta o registrato con i seguenti links: https://youtu.be/fW4G7vweUnQ; https://www.facebook.com/1770696132978898/posts/5215040978544379/?sfnsn=scwspmo

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 23-05-2022 alle 10:00 sul giornale del 24 maggio 2022 - 137 letture
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