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Corinaldo: teatro gremito per la presentazione del libro "La parrocchia di San Pietro di Corinaldo e la storia della chiesa che non c’è"

4' di lettura 10/05/2022 - La storia della chiesa che non c’è fa da ammiccante sottotitolo ad un ricco volume presentato al teatro Goldoni di Corinaldo. Storia integrale della parrocchia di San Pietro, unica a coincidere con il territorio comunale, dovuta all’indagine esaustiva di Dario Cingolani.

Il quale arricchisce il suo già solido percorso di storiografo con una monografia impeccabile per apparato di note e nell’appendice documentale. Nondimeno capace di coinvolgere il lettore non specialista con una prosa limpida e suadente, tale da invogliare la curiosità attorno a vicende complesse legate ad un edificio sacro, riferimento per secoli di indiscutibile pietà popolare. Ma anche di tutta una società pulsante in un centro dello Stato Pontificio nelle Marche attraverso secoli di patimenti e di riprese, di sconfitte e di affermazioni, che ne fanno referente peculiare di una storia ben più ampia delle sue medie dimensioni. I corinaldesi di oggi, assuefatti alla presenza di un campanile cinque-settecentesco orfano del tempio relativo posto nel cuore del centro storico, da oggi potranno godere di una fondata risposta alla curiosità dei turisti. E’ che la chiesa oggetto di studio del Cingolani, in origine posta fuori le mura in zona Mercato fin dalla riunificazione delle parrocchie (1389), era stata trasferita - per motivi di sicurezza, di prestigio e di servizio – nel grembo delle mura storiche da poco ampliate “estese anche alla salvaguardia del sacro e dei simboli fondamentali della sua religiosità.”

Il trapasso, ostacolato da una congerie di concomitanti sciagure, come incursioni di truppe, di cavallette, carestie, peste, scontri dovuti alla “endemica litigiosità cittadina”, poté realizzarsi intorno la 1570. Fino al prestigioso riconoscimento del ruolo di Collegiata (1645) che comportava la solenne permanente presenza di ben dodici canonici ed il titolo di arciprete al rettore-parroco. Per avere contezza del prestigio si noti che la parrocchia giunse (1682) ad ospitare ben 81 sacerdoti a vario titolo, oltre ovviamente i religiosi operanti nei rispettivi conventi e monasteri (francescani, agostiniani, monache benedettine). Eppure, la fase pressoché ignota portata alla luce dallo studio di Cingolani ricade sulla diatriba sorta, a datare 1838, sulla opportunità di trasferire altrove tale Collegiata a causa di crescenti lesioni strutturali, forse irreparabili, che portarono ad accesi scontri sia all’interno della compagine ecclesiastica, sia in consiglio comunale: un tutti contro tutti che avrebbe coinvolto fino al logoramento istituzioni ben più ampie (canonici, diversi vescovi, camera apostolica, delegazione romana dei Vescovi). Mentre illustri tecnici vennero chiamati a dirimere con ripetute perizie, mai per tutti convincenti, i fronti avversi. Finché gli scontri pluridecennali finiscono incautamente con innestarsi entro le vicende terminali dello Stato della Chiesa cui seguono i primi passi del Regno d’Italia. Persino con momenti tragici, quale l’uccisione dell’intransigente sostenitore del restauro della chiesa ormai fatiscente, l’arciprete Giacomo Mattei, da parte di due appartenenti ad una setta carbonara (1848).

Si dovrà attendere ancora qualche decennio per procedere alla demolizione, prima parziale poi totale (1872), della già prestigiosa chiesa di San Pietro, di cui il testo riporta caratteristiche e disegni finora mai riprodotti. La narrazione puntuale di uno straordinario ricercatore come Cingolani, ma anche lucida e stringente, fa sì che la lettura si renda nel finale persino appassionante come quella di un giallo storico finalmente risolto, ma ormai fuori tempo massimo, in un ulteriore trasferimento nell’ex chiesa settecentesca dei francescani regolari, più stabile e ben più ampia e che tuttora l’accoglie. Come daccapo ancora fuori le mura. Strano destino, pochi anni orsono compensato dal recupero funzionale del campanile solitario di San Pietro intra moenia nella riconquistata squillante dignità campanaria. La dettagliata relazione dell’autore Dario Cingolani, accolta da entusiasta applauso dei tanti intervenuti, è stata preceduta dal saluto dell’arciprete promotore della pubblicazione peraltro sostenuta da un cospicuo intervento della BCC di Pergola e Corinaldo. Così l’ultimo arciprete don Giuseppe Bartera ha motivato la propria iniziativa editoriale con la necessità di riproporre le antiche e durature radici cristiane della comunità parrocchiali.

Di seguito, l’affermato storico Eros Gregorini ha prodotto un’efficace sintesi delle alterne vicende narrate, mentre Fabio Ciceroni, in veste di coordinatore della già pubblicata Storia di Corinaldo (2010) ha introdotto la serata con una riflessione sulla necessità di studiare la storia in tempi troppo attratti dal solo presente e sui rapporti inclusivi tra storia generale e storia locale.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 10-05-2022 alle 10:13 sul giornale del 11 maggio 2022 - 577 letture

In questo articolo si parla di cultura, corinaldo, comunicato stampa

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