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“Figli e figliastri” nello sport: Paradisi svela un asse Pizzi-Campanile


Si tratta del contratto tra il Comune e l’Associazione Tennistavolo Senigallia di cui Gennaro Campanile è stato presidente per circa tre mesi lo scorso anno. Mentre le 10-11 società sportive “figliastre” che gestiscono degli impianti comunali devono pagare cifre diventate improponibili – ha denunciato Paradisi – c’è chi, come il Tennistavolo, ha in concessione un impianto pubblico percependo addirittura un contributo da parte del Comune di 1220 euro.
“Perché questa disparità di trattamento?” si è chiesto Paradisi. “Eppure i dirigenti del tennistavolo, per contratto, devono fare le stesse cose richieste a chi non ha santi in Paradiso: aprire, chiudere, custodire, pulire e fare manutenzione ordinaria. Forse – ha continuato – il tennistavolo è considerato un bene essenziale e gli altri sport no? Tutti gli sport lo sono: calcio, pallavolo, atletica, ginnastica, judo … sono tutti beni essenziali per i giovani”.
Paradisi ha poi ricordato le gravi differenze di trattamento tra società: mentre ai “figliastri” è chiesta una spesa per una polizza assicurativa di responsabilità civile con un massimale di 1 milione di euro, alla ASD Tennistavolo Senigallia è richiesto un massimale di sole 500 mila euro oltre ad avere la possibilità di sub-affittare l’impianto con diritto di incasso mentre agli altri questo viene tassativamente vietato pena la revoca della concessione. “E’ troppo facile far quadrare i bilanci in questo modo. Andrò avanti – ha infine assicurato Paradisi – perché ci sono ancora molte cose da rivelare e approfondire”. La battaglia in città per lo sport, continua.

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