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Un lettore: Quando l'Italia si arrende, "Piove!... chiudiamo tutto!"

4' di lettura Senigallia 08/10/2021 - Quando una collettività decide di vivere o morire? Quand'è stato quel momento in cui una Nazione, un popolo o una città ha iniziato la sua inesorabile decadenza che l'ha condotta alla fine, magari dopo molti anni, all'estinzione o ad essere sopraffatta ed infine dominata dal altri? Queste sono, grosso modo, le domande che si pone lo storico inglese Arnold J. Toynbee (1889-1975) nel suo famoso saggio di Storia comparata dal titolo "Civiltà al Paragone".

Durante la sua vita aveva visto l'apice dell'impero Britannico, il più grande impero della storia umana, una talassocrazia che dominava 1/4 delle terre emerse direttamente e controllava i traffici di merci nelle restanti porzioni di mondo ancora agli inizi del '900, per poi vedere quella stessa potenza attraversare vincitrice ben 2 guerre mondiali e ridursi alla fine ad uno semplice Stato come molti altri ormai ridotto ad essere un satellite degli Usa, seppur tra i più fidati e capaci.

Lo stesso ragionamento e le stesse domande dello storico si potrebbero però applicare anche alla nostra collettività, al nostro corpo civico e alla classe politico-imprenditoriale-amministrativa delle nostre latitudini.

Quand'è stato la prima volta o il punto di svolta che ha condotto un allerta meteo costringere i decisori politici ed amministrativi alla resa senza condizioni di fronte ad avversità cosi pericolose?

Quand'è stato che i nostri rappresentanti hanno iniziato a pensare che la collettività che presiedono è tanto incapace da dover temere anche la pioggia, il vento, il temporale, quasi fossimo tornati all'età della pietra e della superstizione, per cui il tuono scatenava paura e terrore "nell'umanità Bambina".

Cosa e' accaduto per preferire sempre la "resa senza condizioni", la chiusura, la disfatta, al tentativo (forse ambizioso) di provare ad organizzare e gestire le forze disponibili per resistere alle avversità del FATO?.

Dico, ma dopo un anno e mezzo di DAD e di scuola chiuse o a mezzo servizio, La prima cosa che si chiude deve essere per forza la scuola?

Possibile che la scuola deve essere sempre la prima che si chiude e l'ultima che si riapre?

Ma non è forse la Scuola il punto di discrimine tra una collettività che vuole prosperare nel futuro e punta, per questo, sulla formazione e motivazione delle nuove generazioni ed una collettività ormai sempre più arrendevole, ripiegata su se stessa, senza futuro. con politiche ed amministratori che non se la sentono più di indicare alle loro comunità sforzi particolari o qualche decisione e mancata decisione che possa condurre a compromettere la carriera politica?

Ma siamo sicuri che ad un'allerta meteo di debba necessariamente rispondere con la chiusura? ma le forze dell'ordine, la protezione civile, devono per forza intervenire dopo i disastri, non possono essere interpellate per la gestione di un "prevedibile" criticità?.Ad esempio nella gestione del traffico, nel rafforzare i trasporti, nel monitoraggio puntuale della situazione? O vogliamo dirci che tutto questo non è fattibile perchè ha un costo, perchè la macchina burocratica ha i suoi tempi, ecc ...ecc..

Certo meglio chiudere tutto: chiudere prima di tutto la SCUOLA, forse perché questa chiusura non è un costo? solo che nessuno è in grado di quantificarlo, forse non è esprimibile in Euro, ma è il segno di una scala di valori , che certo non la mette al primo posto, ecco spiegato anche un inizio sempre più tardivo delle lezioni a settembre e una fine sempre più anticipata a Giugno.

Ma poi mi dicono che non si è potuta fare la DAD per 1 solo giorno perchè le scuole non erano pronte! A metà ottobre? dopo 2 anni scolastici devastati dalla pandemia, si doveva per forza fare un giorno di chiusura totale? Non si poteva fare un ripasso in DAD dove possibile? Ma cari Presidi esiste un orario DAD pronto in caso di emergenza?

Allora dal Covid non ne siamo usciti più reattivi, più pronti! .....Forse solo più stanchi? E' questa la decisione che come collettività abbiamo preso? Di rinunciare alle sfide del presente? Ma non è come rinunciare al Futuro? (come morire?).


   

da un lettore di Vs




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 08-10-2021 alle 09:12 sul giornale del 09 ottobre 2021 - 1942 letture

In questo articolo si parla di attualità, un lettore di Vs, comunicato stampa

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