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intervista
Giacomo Campanile, il professore senigalliese che ha scoperto Damiano David dei Måneskin trionfatori a Sanremo: "Era destinato al palco"

4' di lettura
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di Edoardo Diamantini
edoardo@vivere.news


Giacomo Campanile, senigalliese, compositore di musica sacra e Insegnante di Religione Cattolica dal 1986, oggi presso il Liceo “E. Montale” di Roma. Ex direttore del Piccolo Coro degli studenti del Montale dal 1996 al 2016. Ha collaborato con musicisti affermati a livello italiano sia in campo jazzistico che della musica classica.

Ex docente dell’attuale cantante dei Måneskin, il 22enne Damiano David, band che ha recentemente vinto il settantunesimo Festival di Sanremo. Ci racconta con nostalgia e soddisfazione i suoi ricordi e qualche importante vicissitudine del ragazzo.

Vivere: Quando e come nasce la tua passione per la musica?
Giacomo Campanile: La mia passione per la musica è nata verso i 14 anni, quando ho comprato la mia prima chitarra la mitica ‘’Eko Ranger’’ dodici corde a 200.000 lire al negozio di Priori vicino alla Chiesa di San Martino a Senigallia. Ho cominciato a suonare la chitarra nella bellissima Chiesa di San Martino con gli scout animando le celebrazioni liturgiche. La mia passione per le chitarre continua ancora, ora ho ben 13 strumenti per suonare i diversi generi musicali Jazz, Classica, Rock, Funk.

Vivere: Come hai vissuto la finale di Sanremo?
Giacomo Campanile: Purtroppo non ho visto la finale perché preso nei festeggiamenti della mia amata nipote. Ma ero comunque ‘’lì’’ con il cuore.

Vivere: Ti aspettavi questo risultato da parte di Damiano?
Giacomo Campanile: Sinceramente no perché nella prima serata che ho seguito, non erano arrivati tra i primi. Però le scommesse prima del festival davano la vittoria ai Måneskin o a Fedez.

Vivere: Quanta la felicità e la soddisfazione personale nel vedere la vittoria di un tuo ex studente?
Giacomo Campanile: Tantissima gioia nel mio cuore, mi sembrava un sogno!

Vivere: Quali sono i tuoi ricordi di lui?
Giacomo Campanile: Damiano David entrò nel Piccolo coro del Montale quando era iscritto alla classe I N. Quel coro è nato apposta per ragazzi come lui, perché ho capito che una sola ora di religione non mi consentiva di instaurare un dialogo più ampio con le ultime generazioni, come invece poi sono riuscito ad aprire con l’arte, le visite alle basiliche di Roma con lo stesso Damiano sempre presente, con la musica e anche con i social.

Vivere: Come ce lo racconteresti sotto il suo profilo personale e umano?
Giacomo Campanile: Io ho conosciuto un ragazzo con una grande passione per la musica e anche profondamente alla ricerca di una sua spiritualità. Non è un caso che sul corpo si sia tatuato l’immagine di Gesù Cristo. Che fosse un predestinato a salire su un palco e cantare davanti a milioni di persone l’abbiamo capito il giorno in cui nell’aula magna del Liceo intonò ‘’Your song’’ di Elton John... Oh, venne giù la scuola! Un trionfo, le ragazzine non volevano più lasciarlo andar via. E invece Damiano poi se ne andò, e senza neanche diplomarsi. In terza venne bocciato: non studiava, pensava solo a cantare. E poi in quarta, quando si unì agli altri tre Måneskin (Victoria, Thomas e David) abbandonò il Liceo. Prima di andarsene però mi fece ascoltare ‘’Chosen’’ con cui si presentarono a X Factor (2° posto nell’edizione del 2017). Sentire quel brano, un pezzo funky che si apriva con il ‘’Dies irae’’, Requiem di Mozart, mi aprì il cuore e mi diede la certezza che questi ragazzi sarebbero arrivati molto, ma molto in alto. I Måneskin infatti da allora hanno scalato le classifiche.

Vivere: Come vedi il suo avvenire?
Giacomo Campanile: Se sapranno gestirsi i Måneskin possono essere portatori di un messaggio forte per i giovani, possono testimoniare che attraverso la musica si può intraprendere una strada che cambia la vita in meglio.

Vivere: Hai obiettivi e ambizioni per il futuro?
Giacomo Campanile: Il futuro è nelle mani di Dio, certamente continuare la mia missione quella di trasmettere la gioia e la lode attraverso l’insegnamento, la musica, l’arte e la cultura.