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Io apro: va avanti la battaglia dopo le multe a ristoratori e clienti

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di Sara Santini
senigallia@vivere.it


"E' una iniziativa a difesa dei diritti dei cittadini", afferma l'avvocato Roberto Paradisi, con Marco Gambini Rossano di Acu Marche e Beatrice Marinelli di "Io apro", che continuano a portare avanti la battaglia nata dopo l'iniziativa #ioapro, la protesta promossa a livello nazionale, che ha visto il 15 gennaio, l'aperture di alcuni locali in segno di protesta contro le chiusure imposte dai decreti sicurezza.

“Si tratta di norme incostituzionali - sottolinea Paradisi riferendosi ai DPCM che hanno stabilito le chiusure dei locali – sono illegittime perché la costituzione prevede una riserva di legge in caso di limitazione di certi diritti dei cittadini, non si possono limitare certe libertà con atti meramente amministrativi. Al contrario queste norme non sono decise dal Parlamento, mancando della dovuta collegialità come previsto dalla riserva di legge.

Il primo passo è stato quello del ricorso alla Prefettura contro le sanzioni. Si chiede la loro archiviazione. I verbali non sono infatti esecutivi e per noi sono colpiti da nullità e chiediamo alla prefettura di annullarli. Se la prefettura non agirà in questo senso siamo pronti ad andare davanti ad un magistrato.”

Sono 11 le sanzioni emesse la sera del 15 gennaio al ristorante Statale 16 alla Lanterna, a Marzocca, ma altri ristoratori e clienti si sono rivolti all’avvocato Paradisi, nominato responsabile legale ACU per la regione Marche per la parte penale ed amministrativa, a seguito delle iniziative dei ristoratori che hanno aderito ad “Ioapro” e che hanno fatto richiesta di tutela.

Dalla parte dei ristoratori anche Marco Gambini Rossano di ACU: “Questa è una delle iniziative che stiamo portando avanti – spiega – ci opponiamo a questo tipo di gestione dell’emergenza, certe misure sono state adottate non per la lotta al virus, ma per motivi politici. L'impalcatura dei DPCM non regge e ne chiediamo la disapplicazione. L’emergenza non giustifica certe decisioni tra cui l’attacco alla libertà per le partite Iva. Sono una sessantina le persone che si sono rivolte a noi perché sanzionate per violazione del coprifuoco o in caso di consumazioni avvenute al di fuori dei bar, in violazione delle norme”.

A fargli eco Beatrice Marinelli dell’associazione “Ora basta Italia”: “Sono stati presi provvedimenti che in nome della sicurezza hanno travalicati i principi delle libertà costituzionali. Dalla desecretazione dei verbali del Cts, è emerso che da nessuna parte si chiedeva la chiusura dei locali. Una scelta politica non tecnica o medica.

A sottolineare le difficoltà della categoria dei ristoratori Massimiliano Mancini, del ristorante Statale 16 alla Lanterna, “Non ci è permesso di lavorare non c'è incasso e non si possono sostenere le spese del locale. Ma oltre a non poter lavorare non si può neanche organizzare il lavoro. E i ristori, se arrivano, non sono comunque sufficienti”.