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Alberto Bacchiocchi: "Fermiamo la realizzazione del ponte 2 giugno della Regione"

3' di lettura Senigallia 18/05/2020 - La città deve resistere. Si vede e si sente che esiste e r-esiste soprattutto nel silenzio ultramondano delle giornate di clausura raccomandata. La città, in quei giorni soleggiati, a forti contrasti di luci ed ombre, lentamente, con cauta affermazione di sé, trasmutava la sua consistenza di pietra e mattoni, finalmente percepibile , in variegati personaggi, ora antropomorfi, ora cristallini, quasi tutti dotati di occhi, bocca ed orecchie.

A volte, in speciali condizioni di assoluto silenzio, di assenza di ogni anima viva, un rocca secolare mostrava un cipiglio non minaccioso , di saggio vigoroso, di interlocutore impenetrabile. Poteva essere osservata da tutte le direzioni senza perdere la sua autorevolezza protettiva. Altre volte, il suono dei passi, unico nell’universo, insinuava la solitudine e l’impotenza: sei solo e vulnerabile, come potrai proteggerti se i palazzi e le case si sentiranno molestati dalla tua presenza?

Le prospettive profonde delle vie, prive di esseri in movimento, le cortine di mattoni solcate da bande di sole, cominciavano ad assumere esse una vitalità biologica, a diffondere un brusio sommesso, sordo, incomprensibile, indifferente al tempo. Palazzi orgogliosamente eretti e piazze al loro servizio, altre case dietro di essi, occhieggianti sullo spazio vuoto, sembravano disporsi ed accalcarsi per osservare con ingenua curiosità spettacoli primigeni che anche il viandante intravvedeva. Ad ogni passo si avvertiva placida e rassicurante la diffusione del pensiero sulle membra della Città insieme al rammarico di perderla ad ogni intrusione di comparse sulla scena.

Per miracolo, il pensiero non veniva respinto dalla Città in carne ed ossa, non si veniva colti dalla malinconia, non si veniva macerati da ricordi che riflessi sulle case ci colpivano disorientandoci. La Città generosamente ci ospitava, ci offriva i suoi conforti, si mostrava intelligente e raffinata. Per qualche ragione si intuiva anche la sua fragilità. La Città è forte e resistente, teme chi le si avvicini furtivamente con propositi ignoranti della sua longevità , teme chi non la comprenda , chi voglia offrirle regali da poco durevoli il tempo di una campagna, chi ne approfitti credendola malata e distratta, chi potrebbe farla apparire brutta quando il tempo fosse sospeso, quando ogni viaggiatore fosse immobile in osservazione e diffondesse su di essa il suo pensiero.

Fermiamo la realizzazione del ponte 2 giugno della Regione. Immaginiamone un altro che arricchisca la Città e non la precipiti nel ridicolo. Il tempo della democrazia è stato speso senza visione, consumato senza profitto, sprecato. Ora, soltanto chi deve rappresentare la Città può interpretare la sua esigenza di essere protetta. Sarebbe una sconfitta economica e culturale non essere riusciti, dopo 200 anni dal Foro Annonario, a procurare alla Città un altro monumento che la faccia ricordare ai concittadini e agli stranieri e che, come allora per la Fiera estiva, anche oggi per il Turismo, contribuisca ad assicurarle una prosperità duratura. Sarebbe un marchio d’ignavia, impresso sul grottesco rivestimento di pietra del ponte della Regione, lavarsi le mani dell’invocazione ancora racchiusa nell’acciaio di un Ponte che raccolga le migliori energie ed il pensiero della Città.


   

da Alberto Bacchiocchi
architetto






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 18-05-2020 alle 10:36 sul giornale del 19 maggio 2020 - 2944 letture

In questo articolo si parla di attualità, architetto, Alberto Bacchiocchi, comunicato stampa

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