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Michela, l'infermiera che ha scritto a Conte: "La mia lettera è diventata una canzone. Sono commossa"

2' di lettura
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di Giulia Mancinelli
senigallia@vivere.it


"Emozionata e anche onorata". E' stata la prima reazione a caldo di Michela Venturi, l'infermiera di Ferrata che ha lavorato al Covid dell'ospedale di Senigallia nella fase più acuta dell'emergenza sanitaria, quando ha saputo che il testo della sua lettera scritta al premier Conte è diventata una canzone i cui proventi andranno ad Emergency.

Michela, che ora è tornata a lavorare all'ospedale di Ferrara, sempre al reparto Covid, ascoltata in anteprima la canzone “Lettera di una infermiera italiana” si è commossa.

“Non me l'aspettavo che potesse succedere tutto questo -racconta Michela- sono stata contattata tramite i social, che per altro non frequento molto, e all'inizio non avevo ben capito la cosa. Poi ho realizzato e l'idea che la mia lettera potesse diventare il testo di una canzone promossa da dj per una raccolta fondi in beneficenza mi ha davvero lusingata. Quando ho sentito le parole e la musica ho pianto, ho fatto sentire la canzone ai miei genitori e al mio compagno e si sono commossi tutti”.

Michela, quando al termine di una giornata di grande fatica e sofferenza ha scritto di getto quella lettera, non immaginava il clamore che avrebbe suscitato ma ne è valsa la pena. “Sono stata chiamata a lavorare al reparto di pediatria di Senigallia il 18 gennaio poi è arrivata l'epidemia e tutto si è stravolto. Sono stata spostata al Covid, un reparto allestito in 48 ore da uno staff sanitario eccezionale, abbiamo spostato mobili, letti e intanto i pazienti arrivavano di continuo. Non sapevamo più dove metterli. Attorno a me vedevo uno scenario di guerra, non c'era sangue ma i malati erano tanti. Dovevi agire alla svelta, non avevi il tempo di pensare. Nessuno poteva essere preparato ad una emergenza del genere".

Rientrata all'ospedale di Ferrara Michela porta ancora i segni di quello che ha vissuto. "Ora che sono tornata al Covid di Ferrara, dove la situazione è più tranquilla perchè fortunatamente qui non ci sono stati particolari focolai, e racconto quello che ho vissuto i miei colleghi mi ascoltato attoniti. Nessuno ricorda di aver mai vissuto nell'arco della propria carriera cose del genere. Come mi sento ora? Sono stanca, non mi fermo da ottobre ma alla fine il fisico si adatta e ad un certo punto non senti più la sete, la fame..e si va avanti”.