comunicato stampa
Giornata mondiale di mobilitazione sulla questione del 5G, a Senigallia un banchetto informativo


L’obiettivo della mobilitazione è quello di ottenere dai governi una moratoria globale nella implementazione della tecnologia wireless di quinta generazione, finalizzata ad acquisire le preventive e necessarie garanzie circa la certa assenza di effetti nocivi per la salute umana e per l’ambiente una volta che la tecnologia 5G sia resa operativa.
Allo stato attuale queste garanzie non ci sono. Il 5G è una tecnologia che segnerà una modificazione epocale nella organizzazione della vita umana, direttamente incidente sulla biologia del vivente umano e non umano e sulle stesse libertà fondamentali della persona, le cui peculiari caratteristiche tecniche, quali l’ubiquitarietà e l’uso pervasivo di microonde elettromagnetiche anche millimetriche, sono inesplorate e dagli effetti sconosciuti.
La comunità scientifica è divisa tra quanti, agenzie e studi scientifici indipendenti esprimono forti preoccupazioni (nel volantino che sarà distribuito sabato riportiamo anche una sintesi dell’appello rivolto all’Onu e ai governi da scienziati e organizzazioni ambientaliste di tutti i paesi del mondo; visibile qui: https://www.5gspaceappeal.org/the‐appeal/); e quanti, come le agenzie private a cui fanno riferimento i governi, tendono a negare che vi siano effetti nocivi.
Una cosa, tuttavia, è certa: i vigenti parametri di sicurezza dettati dalle linee guida della Oms, basati sui soli effetti termici, alla luce delle nuove tecnologie e di migliaia di studi scientifici sottoposti a revisione paritaria, appaiono assai datati e limitati.
È impellente la necessità che ulteriori fattori debbano essere presi in considerazione e studiati al fine di adottare standard di sicurezza adeguati, basati non solo sull’intensità di potenza ma anche sulla esposizione cumulativa, sulle frequenze e su altre proprietà biologicamente rilevanti. E d’altra parte, non spetta certo ai cittadini l’onere della prova.
Spetta alle industrie del settore dimostrare che le tecnologie che si vogliono impiantare non rappresentino una minaccia per l’essere umano e la natura; naturalmente sotto la supervisione di agenzie pubbliche le quali devono rispondere a governi il cui assillo principale deve essere (dovrebbe essere poiché oggi non è così) quello di stare dalla parte dei cittadini: del diritto alla salute e dei territori rappresentati e governati.

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