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Alluvione: FdI, "Un plauso al lavoro svolto dall'avvocato Canafoglia"

Alluvione Portone 4' di lettura Senigallia 04/06/2019 - L'ammissione dei danneggiati, quali “parti civili”', al processo sui fatti dell'alluvione, che colpì Senigallia a maggio 2014, è un risultato, seppur parziale, che ha e deve avere un peso significativo nell'intera vicenda, che ha coinvolto tutta la nostra comunità.

L'udienza di lunedì scorso ha rappresentato un passo importante, che ha premiato con pienezza la condotta legale dell'Avv. Corrado Canafoglia e le tante battaglie del Comitato degli alluvionati che, insieme allo stesso Canafoglia, hanno combattuto perché fosse riconosciuto un loro sacrosanto diritto, che neppure a Genova i giudici hanno affidato ai danneggiati del capoluogo ligure. In poche parole, l'udienza di lunedì scorso ha aperto l'eventuale e possibile risarcimento ad oltre quattrocento cittadini e ad oltre venticinque aziende. Una decisione importante quella del GUP del Tribunale di Ancona, che ha accolto la richiesta dell'Avvocato Corrado Canafoglia e del Comitato da lui difeso e sostenuto. Ammissione, che non riguarda solo i danneggiati, ma anche altri soggetti costituitisi parte civile, come lo stesso Comune, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed altri. Ora, a settembre, il 30, la ripresa delle udienze di un processo, che farà senz'altro storia nella letteratura processuale del nostro Paese e delle aule giudiziarie, visto anche che è la prima volta in fatti del genere che sono ammessi i danneggiati quali “parti civili” in un processo di sostanza e di diritto come quello che si sta celebrando nella nostra regione.

L'occasione è importante anche per esprimere all'Avv. Corrado Canafoglia il plauso di aver fatto un lavoro di ricostruzione dei fatti eccellente e di aver mantenuto la posizione giusta su un evento, che non solo danneggiò l'intera comunità, ma anche che rappresentò per la città “la cronaca di un alluvione annunciata”, su cui nessuno negli ultimi vent'anni, almeno, si preoccupò di mettere in sicurezza il territorio da un fiume che, nella sua storia ultra secolare, ha alle proprie spalle episodi simili. In particolare, l'Amministrazione attuale di Senigallia e il Sindaco Mangialardi, da questa vicenda, non da ultima quella relativa alla decisione del GUP, ne escono con le ossa rotte. Ricordiamo che furono proprio gli attuali amministratori, con Mangialardi in testa, a minimizzare e a ridicolizzare l'attività del Comitato Alluvionati e dell'Avv. Corrado Canafoglia.

Ma il Comitato e lo stesso Canafoglia non si persero d'animo. Ricostruirono con dovizia di particolari e documentazione tutte le fasi della tragedia, che colpì Senigallia. Fecero Assemblee pubbliche e spiegarono all'intera città cosa in realtà fosse accaduto, spiegando bene a tutti i fatti di quel fatidico 3 maggio di cinque anni fa e di come la città fosse impreparata. Alla fine, l'ammissione dei danneggiati, grazie soprattutto alla diligenza, alla capacità e alla pazienza dell'Avv. Canafoglia, come del resto alla forza di un Comitato Alluvionati, che fino all'ultimo non hanno perso alcuna speranza di potercela fare, sono riusciti a raggiungere questo straordinario risultato in seno ad un processo difficile e fortemente emotivo, considerando anche che l'alluvione provocò tre morti. L'Amministrazione Mangialardi, a questo punto, e lo diciamo senza alcuna vena polemica o strumentale, dovrebbe dimettersi. Lasciare la guida della città. Probabilmente, l'ammissione delle “parti civili” aggraverà la posizione degli imputati, tra cui quella del primo cittadino di Senigallia, e la città non ha bisogno di vivere, in agonia, questo difficile momento giudiziario, che si somma a tante incertezze, che pesano su Senigallia.

Le dimissioni di Mangialardi sarebbero un atto dovuto, ma soprattutto un atto di rispetto verso la nostra comunità intera. Anche perché in questi ultimi cinque anni, si sono susseguiti comportamenti, da parte del Sindaco Mangialardi, di supponenza inaudita nei confronti di quei cittadini e di quelle aziende, che in quel tragico evento persero tutto. Dimettersi sarebbe un atto qualificabile di amore verso la città. Non farlo rappresenterebbe un atto di forza incomprensibile. Oppure, chiediamo alle forze politiche e civiche presenti in Consiglio Comunale di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco Mangialardi.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 04-06-2019 alle 19:54 sul giornale del 05 giugno 2019 - 1233 letture

In questo articolo si parla di politica, fratelli d'italia

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