comunicato stampa
Ostra: il racconto del viaggio di Cicconi Massi nelle ville Tiberine esposto nei corridoi dell'ex ospedale


Scrive Denis Curti, curatore della mostra: “Difficile tracciare un percorso di relazioni fra danza e fotografia. Il pericolo compilativo è in agguato perenne e una lista delle più importanti icone dei grandi maestri dell’obiettivo è liberamente reperibile sui libri di storia.
Più interessante, ci sembra, è tentare un ragionamento sulle differenti modalità narrative che hanno a che fare con il sentimento della liquidità e del movimento. E la fotografia, nei fatti, nella sua prima dimensione, è latente, impalpabile, addirittura immateriale, liquida e in perenne movimento. Il suo vecchio “prodigio analogico”, ad esempio, risiede nel lasciare una traccia del visibile sulla pellicola, senza tuttavia mostrarne l’aspetto che viene accuratamente custodito fino allo sviluppo, nel moto ondulante di una miscela liquida e rivelatrice. Si tratta del processo fotochimico che porta con sé la meraviglia e la scoperta del ricordo e della creazione, facendosi esso stesso metafora di una visione dalle radici lontane e complesse.
La nostra ricerca, condotta attraverso lo sguardo di Lorenzo Cicconi Massi, guarda con attenzione alle perfomance di danza, raccolte sotto il titolo In/Finito, e ai siti delle ville capresi dell’imperatore Tiberio, che ne sono state l’irripetibile scenario: Damecuta, Villa Jovis e i Bagni di Tiberio.
Come per tutti i soggetti figurativi, la riflessione sul movimento ha attraversato la storia dell’arte nell’immaginario mutevole dei tempi e delle singole sensibilità che all’interno di questa ricerca scorgevano ispirazione e armonia. Ma ciò che ha rivoluzionato tale percorso interpretativo e tematico è stato l’impeto del moderno e la ricerca dell’istantaneità che hanno coinvolto la fotografia e i nuovi strumenti d’espressione artistica in un dibattito ancora attuale.
La serie fotografica si dispiega attraverso oltre 20 scatti in bianco e nero. Una scelta stilistica precisa, che subito si fa linguaggio e che ci consente di leggere il progetto di Lorenzo Cicconi Massi, mai documentario e dichiaratamente visionario, come un percorso autoriale capace di contenere il fascino della storia e la presenza armonica degli artisti che attraverso la danza e senza mai essere ingombranti, sono riusciti ad abbracciare un tempo immenso.
L’interesse vero che queste fotografie riescono a suscitare probabilmente risiede nella capacità specifica e originale di un vedere che sembra appartenere a Lorenzo Cicconi Massi in maniera del tutto naturale e spontanea. Si tratta di un punto di vista che riesce a sorreggere fragili equilibri e prospettive quasi impossibili. In queste immagini pare di percepire assenza di gravità e il paesaggio umano rappresentato si fa liquido e imprendibile. È come se Lorenzo Cicconi Massi fosse titolare di un talismano, di uno strumento in grado di generare leggerezza, eleganza, armonia e di produrre quantità umana, relazioni e interazioni.”
La mostra, unitamente a tutte le altre della primavera fotografica, sarà visitabile nei primi due fine settimana di Aprile.

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