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Doppio appuntamento con la grande arte al Gabbiano con Dinosaurs e L’uomo che rubò BankSy

4' di lettura Senigallia 07/12/2018 - Sempre più attesi e prestigiosi, gli appuntamenti speciali con la grande arte al cinema raddoppiano la prossima settimana al Gabbiano. Lunedì 10 (ore 21:15) e martedì 11 (ore 18:30) sarà proiettato Dinosaurs, documentario diretto da Francesco Invernizzi.

La materia del film sono ovviamente i giganteschi animali che popolarono la preistoria, oggi visibili solamente in scheletro nei musei di storia naturale. La loro storia sarà esplorata da nuove angolazioni per chiedersi da dove provengono e quali strade queste affascinanti creature abbiano percorso per giungere a noi. Pochi sanno che la maggior parte degli scheletri esposti nei musei sono ricostruzioni e che nel mondo gli esemplari originali di dinosauro si sono possono contare sulle dita di una mano. Da dove arrivano? Chi sono gli scienziati che li trovano e li studiano? E dopo quali processi finiscono nei luoghi visitati ogni anno da milioni di persone? Dinosaurs, il primo “science road movie”, è un documentario scientifico che racconta attraverso splendide immagini in 8K girate in Italia, Svizzera, Francia e USA proprio i retroscena legati ai più recenti ritrovamenti di queste affascinanti creature preistoriche. Francesco Invernizzi, regista e produttore del film, ricostruisce il viaggio che affrontano i resti di queste creature, dal ritrovamento nelle aree più remote del pianeta ai laboratori dei maggiori esperti mondiali, fino alle gallerie più esclusive e nelle case d’asta dove i grandi collezionisti e gli istituti scientifici prestigiosi si contendono questi rarissimi esemplari.

Dopo il successo ottenuto al Tribeca Film Festival, arriverà anche al Gabbiano – la sera di martedì 11 (ore 21:15) e con doppio spettacolo il giorno seguente, mercoledì 12 (ore 18:30 e 21:15) – il film-evento narrato da Iggy Pop su uno dei più grandi esponenti della Street Art, quel Banksy capace di scombinare opera dopo opera tutte le regole dell’arte contemporanea. L’uomo che rubò Banksy, diretto dal regista italiano Marco Proserpio, racconta dell’anonimo artista dei graffiti che, sotto lo pseudonimo Banksy, realizzò nel 2007 una serie di disegni a sfondo politico collocati in giro per la Palestina, veicolandoli in particolare sul muro che separa Israele dalla Striscia di Gaza. La cronaca ci racconta però che tali opere, subito dopo, furono rimosse e – all’insaputa del loro autore – vendute sul mercato. Questo immane lavoro realizzato, con l’ausilio di una squadra di collaboratori, introducendosi nei territori occupati e firmando artisticamente case e muri di cinta, non venne infatti gradito da tutti i palestinesi. Il murale del soldato israeliano che chiede i documenti a un asino venne interpretato negativamente. Così Walid, palestrato taxista del posto, pensò a vendicare l'affronto senza trascurare la possibilità di ricavarne un guadagno concreto: con un flessibile ad acqua e l'aiuto della comunità, decise di tagliare il muro della discordia con l’obiettivo dichiarato di rivenderlo al maggior offerente. Dopo parecchi anni, l'asta per le varie sezioni dei graffiti di Banksy non si è ancora conclusa, ma intanto una tonnellata di muro di uno degli artisti più celebri è stata trasferita in Scandinavia per oltre centomila dollari. Proprio partendo da questo caso assolutamente singolare, The Man Who Stole Banksy si concentra dunque su una serie di tematiche di stringente attualità: non soltanto il diritto d’autore e il confronto tra culture diverse, ma anche la comparsa della mercificazione nella street art, la gestione degli spazi pubblici nonché la sfida tecnologica che può condurre al recupero di certe opere. Al di là dello specifico contesto palestinese, occorre infatti soffermarsi con attenzione sul fenomeno dell’arte di strada e dell’insorgente mercato parallelo, tanto illegale quanto spettacolare, realizzato con opere prelevate dalla strada senza il consenso degli artisti. L’uomo che rubò Banksy alterna riprese girate in strada con interviste a numerosi esperti – giornalisti, professori universitari, galleristi, avvocati – e a personaggi chiave del mercato parallelo della Street Art. E tra queste testimonianze sarà data voce, per la prima volta, anche all’autore dell’operazione di rimozione e vendita, a cui Proserpio ha offerto la possibilità di spiegare la sua scelta di segare, per venderli, i muri offerti da Banksy al popolo palestinese. Per tutti gli spettacoli ricordiamo sempre che è possibile evitare la fila acquistando in qualsiasi momento il biglietto online attraverso il sito www.cinemagabbiano.it.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 07-12-2018 alle 11:31 sul giornale del 08 dicembre 2018 - 251 letture

In questo articolo si parla di cinema, cinema gabbiano, senigallia, spettacoli

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