comunicato stampa
Paradisi: "Inaccettabile l’attacco del sindaco di Catania alla magistratura anconetana"


Da sempre sostengo che ogni cittadino, anche un sindaco, è innocente fino a prova contraria (molti rappresentanti del Pd, al tempo del premier Berlusconi, non la pensavano così salvo oggi cambiare idea). Questa premessa è necessaria perché il corollario della premessa è che, allo stesso modo, si deve rispettare anche il lavoro della magistratura, a maggior ragione quando è serio e meticoloso. E’ per questo che le dichiarazioni del sindaco di Catania Enzo Bianco all’Assemblea dell’Anci sono di una gravità inaudita.
Bianco – che nulla sa dell’inchiesta sull’alluvione di Senigallia e che non ha potuto prendere visione di nessun atto di indagine - ha di fatto accusato la magistratura anconetana di ricercare “a tutti i costi un colpevole”. Dichiarazioni pesanti e inaccettabili, queste sì da sole sufficienti a chiedere le dimissioni del sindaco siciliano il quale, addirittura, si è appellato al presidente della Repubblica pur mascherando l’attacco alla magistratura dietro la difesa generica degli amministratori locali definiti “avamposto della democrazia”. Per Bianco, in buona sostanza, gli “avamposti della democrazia” dovrebbero essere “legibus soluti” e messi al riparo da inchieste giudiziarie.
Concetti che fanno tremare i polsi. Consiglio non richiesto al sindaco Mangialardi: isoli questi apparenti “difensori” d’ufficio, notabili della politica politicante, che non fanno certo bene alla sua causa. E il sindaco Bianco si preoccupi dei tanti problemi della sua città senza interferire con Senigallia e con il lavoro della magistratura.

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