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Ricotta, amore e terremoto

2' di lettura Senigallia 01/10/2017 - Al caseificio “Pastorello di Cupi” era rimasta solo una cosa dopo il terremoto. La disperazione. Niente riparo per gli animali, niente mangime per nutrirli, niente acqua per abbeverarli, niente macchinari per produrre formaggi e ricotte e neppure una casa dove abitare.

La disperazione era rimasta l’unica compagna della famiglia Ciammaruchi, perché l’antica normalità del lavoro era scomparsa sotto tonnellate di calcinacci. Tra quelle macerie era rimasta sepolta anche la voglia di vivere, perché è dopo le scosse che inizia il terremoto vero. Fatto di silenzi, di burocrazia, di abbandono e angoscia profonda.

Poi a Sandra Ciammaruchi che da un anno parla piangendo, in primavera arriva la telefonata di un tipo che le parla a nome di #vitadipaese, comitato spontaneo nato per aiutare le comunità dei Sibillini colpite dal terremoto. #vitadipaese vorrebbe contribuire alla ripartenza del caseificio.

In tanti hanno già promesso scomparendo poi nel nulla, ma la famiglia Ciammaruchi non può permettersi il lusso di non crederci, sarebbe la fine. Sabato 30 settembre, a circa sei mesi da quella telefonata, il caseificio è tornato in attività.

#vitadipaese, grazie all’appoggio fondamentale di Confindustria Ancona, ha donato a questa piccola azienda di qualità, 73.000€. Una lunga estate di lavori e di emergenze per garantire la sopravvivenza degli animali, di momenti di sconforto e di gioia. Adesso però “Il Pastorello di Cupi” c’è la fatta.

Da chi è composto il comitato di #vitadipaese? Da persone. Persone identiche alle altre ma con una fortuna in più. Quella di aver scoperto che aiutare gli altri è possibile, basta volerlo. Non hanno facce da volontari e non sono particolarmente buone le persone che fanno parte di #vitadipaese. Qualcuno è Cristiano, qualcuno Buddista e qualcun altro ateo. L’amore verso gli altri è però sempre lo stesso. Sabato hanno visto tornare il sorriso sui volti di una famiglia intera. Hanno stretto mani e mangiato ricotta con il cuore gonfio di gioia. Hanno abbracciato gli amici toscani, anche loro rimasti sempre accanto a Sandra, Beniamino ed al figlio Arcangelo.

Ora le persone di #vitadipaese pensano già a nuovi traguardi perché l’emergenza non è finita, perché non è finito l’amore verso gli altri, perché come diceva Voltaire “ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto”.








Questo è un articolo pubblicato il 01-10-2017 alle 23:59 sul giornale del 03 ottobre 2017 - 2996 letture

In questo articolo si parla di attualità, terremoto, luca pagliari, articolo

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