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La pedonalizzazione di Piazza Garibaldi vista da Fano

5' di lettura Senigallia 07/12/2016 - Quella di Senigallia, dedicata a Giuseppe Garibaldi, piuttosto che una piazza era un deposito a ore per auto.

Ma dalla scorsa estate è tornata ad essere solamente il luogo per la gente del posto e per i forestieri che può accogliere persone quante ce ne stanno o mostrarsi deserta come una antica prospettiva veduta in sogno e poi dipinta …

E’ bastata un’idea semplice e raffinata, eliminare gli alberi che coprivano la vista degli edifici e la piazza esibisce il suo passato delimitata dai bei palazzi lungo il perimetro rettangolare e sorprende per la ritrovata bellezza. Bellezza che si fa vedere nel grande pavimento fatto di sana pianta, disegnato geometrico in marmo rosso di Verona con campiture in pietra arenaria grigioverde ed Istria bianca, curatissimo sin nel calpestio rifinito ruvido, antiscivolo ed il tanto evidenzia come la bellezza abita anche nei dettagli …

Una pavimentazione con gli stemmi pontifici di Benedetto XIV e Pio IX, belli grandi a commesso di marmi colorati proprio davanti al Duomo che qui si trova, perché la scelta culturale della riqualificazione, ricorda come il Genius Loci sia stato quel Potere Temporale esercitato in tema di urbanistica che in passato volle allargare sia la città, sia edificare questo spazio aperto della piazza, promossi dai due papi messi in stemma.

La sequenza degli accadimenti fece che dopo l’Unità d’Italia il luogo venisse dedicato all’Eroe dei Due Mondi che aveva sparato volentieri anche contro il cattolicesimo forcaiolo … Sono nati dissapori per la presunta mancanza di rispetto verso uno dei Padri della Patria, proprio a causa degli stemmi a riprova della grande ammirazione verso Garibaldi. Tuttavia, giova ricordare che l’intervento per pulire ed accentuare esteticamente un patrimonio ricevuto dal passato è talmente ben riuscito da invogliare a ripercorrere il bel luogo per vedere e rivedere da ogni lato la piazza stessa.

Un piacere che si espande per tutto il centro, poi che ci sono strade che da qui partono ed altre che arrivano. Svuotata dei precedenti insulti, la piazza respira, risulta bellissima e chiede di essere rispettata, vissuta libera, ariosa com’è. Così, diventata cuore urbanistico, la sua eco attrae le sensibilità profonde di ciascuno, le attraversa ad ogni incontro. Questa della bellezza ritrovata è un’alta operazione culturale da considerare come un servizio sociale che gli Amministratori di Senigallia hanno saputo offrire alla civiltà della gente e Piazza Garibaldi si farà ricordare irripetibile e ad un tempo stimolo per altre città.

Come ad esempio Pesaro dove è stato assunto un Direttore Artistico per tentare di migliorare l’immagine del centro storico che certo non splende di luce propria. Oppure Fano, dove la luce dell’antica urbanistica vitruviana non manca ma che le amministrazioni ben raramente hanno saputo proiettare sull’intera città valorizzandola, quando la pedonalizzazione ne è solo il primo indispensabile atto. E se si considera che dal tempo della chiusura al traffico di Piazza XX Settembre, usata a parcheggio e di Corso Matteotti è passato quasi mezzo secolo senza altri interventi in tal senso, occorre ringraziare e molto, l’attuale Sindaco, per le imminenti prospettive di pedonalizzazione anche di Piazza Costanzi e Via Cavour, tuttavia ricordando la dichiarazione di tutela per la bellezza del paesaggio urbano e del territorio, scritta nell’art. 9 dello Statuto Comunale.

Permane ad esempio che la parte del muro augusteo – vitruviano, dal Pincio a ex Porta Giulia (foto in basso), è pedonalizzata ed inserita nel verde, mentre da decenni, attorno allo stesso muro che va dalla ex porta sino a Rocca Malatestiana, si gira in auto e si parcheggia! Troppo facile, realizzare che non si deve continuare ad accettare la situazione come si trova; cultura e pedonalizzazione per una parte e l’incredibile, tollerato discrimine per l’altra parte dell’importantissimo monumento.

Fano non ha certo un rapporto facile con la sua Arte! Ma traendo spunto dalla preziosa sistemazione urbanistica della piazza senigalliese, dove la bellezza vince su tutti, clericali, anticlericali e persino commercianti, c’è da chiedersi come mai da noi non si pedonalizza anche Piazza degli Avveduti (foto in basso) o meglio non la si mette a prato fiorito, visto che su un lato si trova la importante facciata di Palazzo Martinozzi, assolutamente la più bella della città, che “sembra nata e non murata”.

Il servizio che l’incanto artistico rende alla mente ed alla sensibilità delle persone nelle cose dell’ambiente urbano di tutti i giorni, è da attivare ovunque possibile, sia per lo spirito civico identitario che per la positiva ricaduta economica. E’ l’affetto per la città, le cure per le sue bellezze, che ne provoca l’immagine, proprio come ci spinge a riflettere l’architetto urbanista, orafo scultore, Antonio Averlino, neovitruviano rinascimentale che scelse di farsi chiamare Filarete solo per quel che la parola significa.

Il primo che ideò le zone urbanistiche per le città e che dal suo trattato sull’architettura, invia pensieri vivi anche a noi di Fano … “Non è altro lo edificare se non un piacere voluntario, come quando l’uomo è innamorato e chi l’ha provato il sa, che nello edificare c’è tanto piacere e desiderio che quanto più l’uomo fa più vorrebbe fare e, pure che egli possa, mai non guarda a spesa. Così come uno quando è innamorato, volentieri va a vedere la sua amorosa, e quando ella è in luogo che egli la vegga, non gli rincresce e non gli viene a noia il tempo … così colui che fa edificare va volentieri a vedere il suo edificio e quanto più lo vede più lo vorrebbe vedere … e crescegli più l’animo … molto gli piace, e sempre con l’animo di agiugnere, desidera cose che creda che stiano bene, come proprio fa lo ‘nnammorato.”








Questa è una lettera al giornale pubblicata il 07-12-2016 alle 12:30 sul giornale del 09 dicembre 2016 - 4878 letture

In questo articolo si parla di cultura, lettere, paolo venturelli

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