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Peter Pan il Musical: un turbinio di stelle, pianeti e polvere di fata conquista il Teatro la Fenice

Peter Pan il Musical 2' di lettura Senigallia 06/11/2016 - "Seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto fino, al mattino" tutti conosciamo le istruzioni. E neppure i due black out riescono a rovinare il viaggio verso l'"Isola che non C'è". "Peter Pan, Il Musical" non delude le aspettative: un spettacolo puro che conquista grandi e piccini.

Ci sono delle fiabe che non tramontano mai; favole che non conoscono i cambi generazionali né soffrono delle mode del momento. Questo é il caso di “Peter Pan” il romanzo di J.M Barrie che da secoli non smette mai di incantare i più piccoli con i suoi pirati, gli indiani, le fatine e quell'Isola che non c'é dove i Bimbi Sperduti non fanno altro che giocare e divertirsi.

Ci sono poi quelle canzoni che hanno segnato la storia della musica Italiana e che rispondono a un nome: Edoardo Bennato. Unisci canzoni del calibro "L'Isola che non c'é " e "Capitan Uncino" alla storia ed ecco confezionato uno dei musical più avvincenti e coinvolgente del recente panorama italiano: “Peter Pan il Musical”.

Targato Compagnia della Rancia, con la regia di Maurizio Colombi, il musical trascina letteralmente il pubblico in un turbinio di stelle, pianeti e bambini volanti fino ad approdare sull' “Isola Che Non C'è“ che come per magia, grazie anche all'uso della computer grafic, si materializza davanti agli occhi degli spettatori. Una magia, sotto forma di polvere di fata, che riesce a sormontare anche i problemi tecnici del primo tempo – due black out in pochi minuti – e a regalare tre ore di puro spettacolo.

E quando Peter chiede aiuto per salvare la sua piccola Campanellino, nessuno si tira indietro: l'intero teatro – sold out per questa prima serata – irrompe in un fragoroso “Io credo nelle Fate”. In fondo, la storia di Peter Pan strizza gli occhi anche al pubblico adulto con l' invito a riscoprire quell'eterno fanciullo nascosto nel proprio animo e che teme quel ticchettio inesorabile travestito da coccodrillo.

In fondo, come cantano Wendy e sua madre la “Ogni favola è un gioco che finisce se senti tutti vissero felici e contenti, forse esiste da sempre non importa l’età, perché è vera soltanto a metà”.








Questo è un articolo pubblicato il 06-11-2016 alle 20:59 sul giornale del 07 novembre 2016 - 1116 letture

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