Il "pink trio" della scherma jesina e tanti ospiti d'eccezione alla serata del Panathlon

Sono andate a braccio. I partecipanti alla conviviale, Luigi Innocenzi, Governatore dell’Area 5, il presidente del club di Senigallia Stefano Ripanti, quello di Macerata Barbara Morresi, quella di Pesaro Barbara Rossi, di Ancona Andrea Carloni, di Osimo Maurizio Biondini ed il delegato provinciale CONI Fabio Luna, hanno coinvolto il pubblico in un racconto che ha fatto emergere la forza del “Trio” jesino che ha partecipato alle Olimpiadi di Rio, cioè Giovanna Trillini, Tecnico Federale fioretto femminile e Maestra della medaglia d’argento Elisa Di Francisca, nonché Annalisa Coltorti preparatrice atletica della Nazionale e del Club Scherma Jesi.
Qualche spigolatura più che personale ha divertito il pubblico presente, ad un certo punto sembrava di vivere nel mezzo di una soap opera, con dichiarazioni d’amore (fra Elisa ed il suo ragazzo Ivan) da fare invidia ai non addetti ai lavori, fino a quando le tre non riportavano tutti coi piedi per terra raccontando le grandi fatiche, i sacrifici, le tensioni, le “paturnie femminili” (Di Francisca dixit) e la voglia di “finire” subito l’avversaria di turno.
Tre caratteri che, alla fine, dopo un paio d’anni di assestamento, hanno dovuto giocoforza convivere. “Io, appena vinta la mia medaglia, non vedevo l’ora di ritornare a Jesi, a casa mia”, Trillini e Coltorti dal canto loro definiscono Elisa come “una che voleva vincere sempre, non solo partecipare”.
Tempi di preparazione scanditi proprio come farebbe una vera e propria squadra, ma alla fine è emerso che “a Rio, dove la disciplina di fioretto a squadre non era contemplata, forse perché le nostre vincevano troppo, erano le nostre tre jesine a formare la squadra vincente”, ha chiosato Andrea Carloni.
Poi, mentre gli ospiti che venivano da tutta la regione ponevano le loro domande, “il Trio” ha concluso mandando - senza anticipare nulla - lo sguardo a Tokio, anzi prendendone un po’ le distanze. Forse perché la città giapponese, e non solo, è veramente lontana nel tempo e nello spazio o forse perché è prematuro parlarne. Salutando dopo una serata conclusa dal presidente del Panathlon jesino Fabio Fittaioli, le amiche - madri - figlie come si sono definite, hanno ribadito che le loro olimpiadi sono nate da anni belli, intensi, duri, con qualche screzio, sai com’è, le paturnie femminili creano un’atmosfera particolare.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 30-10-2016 alle 21:33 sul giornale del 31 ottobre 2016 - 388 letture
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