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Le storie dei nostri luoghi con gli Arbitri Elegantiae

Arbitri Elegantiae 3' di lettura Senigallia 12/12/2015 - Un giovane cantante, compositore e chitarrista che ha studiato il Rinascimento italiano, in cui è stata concepita una nuova forma di bellezza e dove l’uomo si è nuovamente sentito parte di quel grande organismo vivente che è la natura; un fisarmonicista che è andato in montagna ad incontrare i vecchi pastori, tornando con ricordi che hanno il profumo del formaggio appena tagliato e con una zampogna in spalla; un trombettista che conosce la cultura ebraica, con l’umorismo che la contraddistingue, un bassista che scatta foto e va in bici, una giovane biologa con la voce di cristallo che sa raccontare la scienza come fosse una bella favola vera, un disegnatore dalla matita delicata e decisa.

Sono Lorenzo Franceschini, Gabriele Ciceroni, Giovanni Frulla, Federico Messersì, che formano gli Arbitri Elegantiae, ai cui spettacoli collabora Silvia Falcinelli con disegni di Paolo Savelli. Accompagnano gli Arbitri anche due valenti musici, Marco Giulianelli alle tastiere ed Eugenio Gregorini a cajon flamenco e percussioni. L'appuntamento col loro spettacolo intitolato “La storia del postino che cercherò Babbo Natale” è domenica 13 dicembre alle ore 17.30 presso l’Auditorium San Rocco a Senigallia.

Walter Benjamin affermava che oggi si comunicano informazioni e non si raccontano più storie. Quasi più. Ma il bisogno di raccontarle resta, così come quello di ascoltarle. E il racconto degli Arbitri, racchiuso in un recente album, parte proprio dalla consapevolezza che questo filo che legava le diverse generazioni si è spezzato: “Canto da un pezzo di storia che non racconterò ai nipoti per farli sognare”. Riannodare questi fili è una bella sfida: musica, letture, racconti, immagini: tanti elementi compongono una narrazione fatta di situazioni quotidiane dove è piacevole scoprire uno sprazzo di sorprendente tepore. Vita di paese, vicende di piccole cittadine di provincia dove nei bar si consumano pomeriggi tra “baci, carezze, ozio e risate”.

Riflessioni spirituali volteggiano tra i versi: temi teologici appena sfiorati, in modo volutamente colloquiale, ma che alludono a ad una dimensione importante della vita che stiamo dimenticando; il sacro era parte integrante della vita quotidiana fino a non molto tempo fa. Oggi forse il rumore del traffico delle grandi città forse ci impedisce di sentire se Dio ci parla. Ma nelle piccole realtà forse è più semplice tendere l’orecchio, anche se non comprendiamo le Sue parole.

E se “la terra non conosce più il tuo passo” è perché abbiamo smesso di camminare, di muoverci lentamente ascoltando il suono che fanno i nostri piedi, il peso del corpo sul morbido tappeto di foglie secche e dorate appena cadute, quella piacevole nota ritmata, che sembra venire da lontano, eppure è proprio lì vicino che aspetta di essere ascoltata, che aspetta di essere letta come le vecchie lettere che i bambini mandavano a Babbo Natale e che gli Arbitri Elegantiae hanno pazientemente raccolto muovendosi sul crinale dove realtà e immaginazione si sfiorano: un bel dono al nostro territorio pieno di storie ancora da raccontare.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 12-12-2015 alle 13:16 sul giornale del 14 dicembre 2015 - 598 letture

In questo articolo si parla di attualità, massimo bellucci, Arbitri Elegantiae

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