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Ancona: chiuso call center del sesso. Sei denunce per favoreggiamento della prostituzione

Prostituzione 2' di lettura Senigallia 17/08/2015 - Si è conclusa con sei denunce per favoreggiamento della prostituzione un’operazione della Polizia anconetana svolta in città e in provincia. Sesso non protetto, sesso a tre e prontezza a soddisfare ogni tipo di richiesta. Questi gli annunci pubblicitari inseriti su un noto sito internet da una 37enne colombiana già conosciuta dai poliziotti della Mobile.

Le indagini, durate alcuni mesi e condotte dalla speciale Sezione “Criminalità Straniera” della Squadra Mobile della Questura di Ancona - della quale fanno parte anche alcune poliziotte formate specificatamente per gestire le prostitute tentando di persuaderle a cambiare vita - piuttosto che ad un’organizzazione ben delineata, hanno portato all’individuazione di alcuni soggetti che, in vario modo, traevano profitto da questo fenomeno. Così oltre alla donna e al webmaster del sito, un 41enne umbro, sono stati denunciati un’altra colombiana (35enne) che gestiva con la prima un vero e proprio call center del sesso e i proprietari di alcuni degli appartamenti affittati dalla 37enne. A quest’ultima infatti risultavano locati tre appartamenti in provincia di Ancona, ovvero a Senigallia, Castelferretti e Falconara Marittima, e anche uno in provincia di Trento. Sono stati denunciati, quindi, i due pensionati senigalliesi proprietari dell’immobile nella loro città, che erano già stati redarguiti due anni fa per lo stesso motivo e che ora rischiano il sequestro della proprietà, e il 45enne falconarese proprietario dell’appartamento di Falconara Marittima. Costui, però, ha detto alla Polizia di non sapere nulla di ciò che avveniva all’interno di quella casa.

Le prostitute sfruttate in territorio anconetano sono risultate quattro, tutte colombiane e tutte munite di carta di soggiorno per i cittadini UE, in quanto divenute cittadine spagnole grazie alla corsia preferenziale per i cittadini delle ex colonie iberiche. Le indagini sono partite nell’autunno 2014 su segnalazione di alcuni residenti di Senigallia che avevano denunciato un via vai sospetto in un condominio situato in una traversa del lungomare. I poliziotti si sono finti clienti e hanno telefonato al numero di cellulare segnalato sul sito. Dall’altra parte ha risposto una delle due maitresse che ha scambiato l’agente per un uomo del nord Italia, rivelando inavvertitamente l’esistenza dell’appartamento di Trento. Il poliziotto è poi riuscito ad ottenere l’indirizzo dell’immobile di Senigallia e vi è entrato nel giorno e nell’orario stabiliti, trovando due ragazze all’interno. Appena è venuto a conoscenza del prezzo della prestazione – 70 euro – ha fatto intervenire i colleghi rimasti all’esterno.

La denuncia delle sfruttatrici, che dalle dichiarazioni di tre delle quattro prostitute sarebbero risultate anche delle "smugglers", reato di tratta, per averle condotte da Trento nelle Marche, potrebbe consentire alle ragazze sfruttate di ottenere un permesso di soggiorno convertibile, alla fine di un percorso di reinserimento sociale, in un permesso di risiedere e lavorare in Italia.


di Enrico Fede
redazione@vivereancona.it

 





Questo è un articolo pubblicato il 17-08-2015 alle 14:23 sul giornale del 18 agosto 2015 - 2779 letture

In questo articolo si parla di cronaca, polizia, prostituzione, squadra mobile, tratta degli esseri umani, articolo, Enrico Fede

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