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Mobilitazione contro la riforma della scuola, la protesta anche a Senigallia

Scuola generico 3' di lettura Senigallia 22/06/2015 - Renzi con pervicacia e prepotenza, dopo aver annunciato la resa e la vendetta sui precari (il ritiro del DDL a “Porta a porta”), tenta di rianimare in extremis il suo moribondo DDL “cattiva scuola”, ricattando puerilmente il popolo della scuola e le opposizioni interne.

Renzi presenterà un “maxiemendamento” in Commissione cultura e probabilmente cercherà addirittura di evitare il voto, trasferendo direttamente il DDL in Aula e forse ricorrendo al voto di fiducia. Nonostante gli scioperi plebiscitari del mondo della scuola del 5, 6 e 12 maggio, delle astensioni dalle prove INVALSI del 30% degli studenti e del blocco degli scrutini a cui hanno aderito oltre l’80 % delle scuole italiane; nonostante la mobilitazione che si è avuta nel paese dall’annuncio della riforma detta “Buona scuola”, il presidente del consiglio, incurante di tutto, prosegue nei suoi obiettivi che renderanno la scuola sempre più gerarchizzata, conflittuale, incurante dei veri problemi educativo-didattici e della libertà d’insegnamento come è previsto dalla nostra Costituzione.

“Le bugie vengono a galla”. Non è vero che i finanziamenti alla scuola sono aumentati: vengono anzi ulteriormente tagliati nell’ultima legge di stabilità, mantenendo così la consuetudine per cui negli ultimi 20 anni i finanziamenti per la scuola pubblica sono stati ridotti del 30%. Non è vero che l’assunzione stabile dei precari è una concessione di Renzi, ma un dovere verso docenti ed ATA precari che lavorano nella scuola da lungo tempo e che ogni anno vengono assunti e licenziati: ad essi va resa giustizia sulla base della sentenza della Corte europea che ne ha richiesto la stabilizzazione dopo 36 mesi di lavoro. Non è vero che rendendo il Preside “padrone”, responsabile delle scelte didattiche e formative, della valorizzazione delle risorse umane e del merito dei docenti”, esautorando di fatto gli organi collegiali, la scuola funzionerebbe meglio; significa invece aziendalizzazione, gerarchizzazione, nepotismo con connessa competizione tra scuole sul “mercato”, tra insegnanti, tra studenti, snaturando così il ruolo della scuola pubblica.

Noi partiamo dalla costatazione sul campo che alla scuola serva una collegialità effettiva e da potenziare, per garantire la libertà di insegnamento e il pluralismo. Mettere i docenti in una condizione di subordinazione nei confronti del DS (presidi che non hanno alcun titolo più di loro), essere assunti e licenziati a insindacabile giudizio di un preside-padrone, ricevere premi o punizioni in base alla fedeltà al “padrone” e al suo staff (non riguarda più solo gli aspetti amministrativi, ma anche il campo della didattica e della stessa valutazione), determinerà una drastica riduzione della libertà d’insegnamento. Verrà premiato il servilismo, mentre coloro che osano criticare il DS o semplicemente hanno maggiore autonomia di giudizio saranno marginalizzati o addirittura non avranno il rinnovo dell’incarico triennale. Per questi e tanti altri aspetti di questa cattiva legge, sono in atto, in tutto il paese, imponenti mobilitazioni e manifestazioni. Anche a Senigallia siamo impegnati, come insegnanti e studenti, a far sì che il DDL sulla riforma della scuola venga ritirato e che si provveda con decreto alla stabilizzazione dei precari, oltre 250.000 che ne hanno diritto.


   

da Noi della scuola





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 22-06-2015 alle 21:08 sul giornale del 23 giugno 2015 - 571 letture

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