Rebecchini e Paradisi in piazza Garibaldi e in Comune: 'Scellerato l'abbattimento dei lecci'

La decisione del Comune, per la parte pubblica del progetto che prevede con gli oneri di urbanizzazione pagati dai privati la riqualificazione di piazza Garibaldi e viale Cavallotti, di sostituire tutti gli alberi di leccio con piante di Orniello, un’essenza autoctona, non è andata giù all’Unione Civica.
“Ci sono state due commissioni consiliari nel 2013 e nel 2014 sugli Orti del Vescovo e non si è mai fatto riferimento all’abbattimento dei lecci –attacca Rebecchini- come abbiamo avuto modo di verificare non tutti i lecci sono malati allo stato terminale e anzi pare che il 13% sia addirittura sano. C’è stata un fretta da parte del Comune di avviare i lavori che ha dimostrato di agire con superficialità per paura di perdere il contributo a fondo perduto di 3 milioni di euro per gli Orti del Vescovo (finanziamento concesso dalla Regione alla proprietà di cui 1,5 destinato alla piazza e a viale Cavallotti ndr) quando invece si sarebbe potuto procedere con il trapianto e la cura dei lecci già esistenti”.
“Certamente il trapianto era un intervento più complesso e oneroso che il Comune non aveva voglia di fare –aggiunge Paradisi- c’è stato un immobilismo ventennale per l’abbattimento degli alberi lungo il Misa e ora invece Mangialardi non si è nemmeno insediato e già taglia 60 alberi. Non sono alberi che stanno per morire come Mangialardi vuole farci credere perché resistono da 35 anni. Si è trattato di una mossa furbesca perché vogliono dimostrare che con l’abbattimento, deliberato dalla giunta il 26 maggio a 5 giorni dalle elezioni, partono di lavori degli Orti del Vescovo ma non è così. L’abbattimento rappresenta semmai un presupposto”.
Dopo piazza Paradisi e Rebecchini si sono recati in Comune, nella sede degli uffici dei lavori pubblici alla Nuova Gioventù, per chiedere chiarimenti all’architetto che ha seguito la pratica Daniela Giuliani la quale ha spiegato che la convenzione per l’avvio dei lavori ha subito una proroga al 26 maggio, data in cui è stata anche firmata. L’architetto ha anche spiegato che l’abbattimento è “un intervento meno invasivo rispetto al trapianto che avrebbe invece bloccato la piazza all’uso del parcheggio per tutta l’estate”. L’opposizione denuncia anche il fatto che si sarebbe vista negare anche l’accesso agli atti richiesti.
“Evidentemente l’architetto Giuliani è stata immediatamente stoppata dai piani alti comunali. Di fronte ai giornalisti aveva garantito che, entro un’ora, ci avrebbe consegnato tutta la documentazione richiesta (ivi compresa la relazione botanica sullo stato di salute dei lecci che verranno abbattuti). Invece nulla –denunciano Rebecchini e Paradisi- L’architetto, dalle 13,30 non ha risposto più al telefono cellulare arrivando a staccarlo. Il numero fisso del Comune ha squillato a vuoto. Nemmeno le comunicazioni formali email di sollecito per ottenere la documentazione richiesta in via d’urgenza (i lecci saranno abbattuti martedì mattina) hanno ottenuto risposta. Sospetta a tal proposito la visita di Maurizio Memè che, subito dopo il nostro sopralluogo per l’accesso agli atti, si era chiuso nell’ufficio dell’architetto Giuliani . Evidentemente sono arrivate disposizioni precise. E’ molto grave che venga negato in questo modo furbesco e illegittimo il diritto di accesso a dei consiglieri di opposizione (ci siamo fidati della parola dell’architetto e abbiamo lasciato gli uffici comunali, cortesia che non ripeteremo in futuro). A questo punto nessuna iniziativa può essere esclusa. Certamente inizia male il secondo mandato Mangialardi: una strage inutile di piante e uno schiaffo illegittimo ai diritti costituzionali dei consiglieri comunali".
Qualche ora dopo, l'architetto del comune consegna la documentazione a Paradisi. "Alle ore 18,40, dopo alcune ore dalla diramazione del comunicato stampa in cui si denunciava la furbata del rifiuto del diritto di accesso immediato agli atti, si presentata in studio l'architetto Giuliani del Comune in studio, con la consueta gentilezza che le è propria, a portarmi la documentazione richiesta. Evidentemente, per paura delle polemiche e delle conseguenze legate al comportamento illegittimo dell’Amministrazione l’architetto è stato autorizzato -afferma Paradisi- La relazione agronomica è, a dir poco, imbarazzante. Non parla infatti dei singoli alberi (nè si parla dei 6-7 alberi sani) ma è una relazione generale che fa di tutta l'erba un fascio. Vi è anche una certificazione del dirigente Roccato che attesta come - a suo dire - non vi sia alcuna soluzione tecnica alternativa all'abbattimento di tutti i lecci. L'impressione è che ci troviamo di fronte ad una pratica licenziata in fretta e furia senza approfondimenti e senza supporti tecnici apprezzabili. Domani mattina saremo in piazza".

Questo è un articolo pubblicato il 15-06-2015 alle 15:59 sul giornale del 16 giugno 2015 - 2856 letture
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