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Ti vengo a trovare, concluso il progetto del centro diurno il Granaio e della scuola materna Collodi

2' di lettura Senigallia 25/02/2015 - Ti vengo a trovare. Questo il titolo del progetto realizzato dal Granaio e dalla scuola materna Collodi, accolto e sostenuto con entusiasmo dal presidente dell’Opera Pia Mastai Ferretti dott. Mario Vichi e dalla Dott.ssa Firmina Bacchiocchi, Dirigente dell’Istituto Comprensivo Senigallia Sud.

Tutto è cominciato da un dato esperienziale, racconta la dott.ssa Barbara Fontana, psicologa e coordinatrice del Centro: “Un paio di anni fa, i miei figli e quelli delle operatrici sono entrati qui dentro. Attività semplici, quasi fossimo in famiglia. Abbiamo notato fin da subito che si scatenava una forza emotiva sana e vitale”.

Di qui il progetto, conclusosi nel mese di febbraio con una bellissima festa alla quale sono intervenuti, con grande partecipazione, anche i genitori dei bambini coinvolti.

Si è trattato di 4 incontri cui hanno partecipato piccoli gruppi di bambini fra i 4 e i 5 anni, appartenenti alla stessa classe della scuola materna Collodi di Senigallia. Grazie alla disponibilità del Dirigente Dott. Mandolini è stato anche assicurato dal Comune il trasporto dei bambini, che, accompagnati dalle insegnanti di sezione, si sono recati presso la struttura de Il Granaio. Catia Consolini - che insieme alle altre insegnanti Maria Gloria Bartolucci, Martina Tilli e Sara Pancotti ha accompagnato i bambini -, racconta quegli incontri con grande soddisfazione: “I nostri bimbi hanno dato vita, insieme agli anziani, ad un laboratorio di cucina di tutto rispetto.

Erano muniti del necessario: dal cappello da cuoco al grembiulino, dalla tavola di legno al mattarello a loro dimensioni. Si sono schierati di fronte alle nonnine del centro che, prese più che mai, hanno insegnato loro a preparare le tagliatelle. Fin dal primo incontro, un successo: cresciuto e perfezionato le volte successive. E l’obiettivo che ci eravamo prefissate – prosegue la maestra Consolini - è stato colto in pieno: coltivare relazioni di reciprocità, fare incontrare generazioni lontane e recuperare il valore dello stare insieme”.

“E così è stato - aggiunge la dott.ssa Fontana - per i nostri anziani che sanno raccogliere il dono grande del sorriso dei bambini e custodirlo con gioia. Fosse anche per quella mezz'ora di visita, fosse anche per un momento. Perché la malattia di Alzheimer è spietata in questo: la memoria del presente è flebile e leggera, ma questi momenti di relazione riescono a fare breccia nella mente dei nostri anziani e a lasciare un’emozione forte di benessere”.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 25-02-2015 alle 16:50 sul giornale del 26 febbraio 2015 - 1557 letture

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