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Girolametti: 'La commissione sull'alluvione ha portato più consapevolezza sul Misa'

Carlo Girolametti 6' di lettura Senigallia 31/01/2015 - A due giorni dall'ultimo Consiglio Comunale, lasciando decantare le polemiche inevitabili, si possono fare alcune considerazioni. Lo studio approfondito del fiume e delle questioni connesse, svolto in commissione, ha portato ad una conoscenza diretta e ad una consapevolezza anche per la cittadinanza di cosa significhi, nel bene e nel male, vivere alla foce del Misa.

Questa consapevolezza è il primo e non secondario strumento di difesa dalle alluvioni. Però entrambe le relazioni, sia quella da me redatta e sottoscritta insieme ai commissari Elisabetta Allegrezza e Dario Romano che ha avuto la maggioranza dei consensi, sia quella risultata minoritaria del presidente Roberto Mancini, hanno un difetto di chiarezza iniziale. Ai cittadini bisognava dire subito in modo chiaro e semplice che il fiume Misa è di competenza della regione Marche, che delega la gestione alla provincia di Ancona, assegnandole i fondi necessari, e si avvale di un organo tecnico rappresentato dall'Autorità di Bacino. Inoltre i fiumi, cosiddetti classificati, non sono nella competenza dei Comuni e il Misa è classificato di 2°, e per alcuni tratti, di 3° categoria. Quindi purtroppo, e sottolineo purtroppo, non è nelle competenze del Comune di Senigallia, a cui conseguentemente non possono essere attribuite responsabilità nella sua gestione. Nella nostra relazione abbiamo previsto un capitolo sulle normative che regolano competenze e responsabilità ma non siamo stati sufficientemente chiari.

Nella relazione del presidente questo capitolo manca e le competenze e le responsabilità si devono desumere qua e la dal testo, ma ciò non risulta affatto agevole e spesso è fonte di dubbio ed incertezza. Dalle audizioni è emersa drammaticamente l'inadeguatezza del monitoraggio del fiume da parte della Sala Operativa Unificata della Protezione Civile Regionale che, unica struttura ad avere il telecontrollo, deve monitorare in tempo reale tutti i fiumi delle Marche ! E per tutto il bacino del Misa ci sono solo tre stazioni di rilevamento, assolutamente inadeguate per le caratteristiche delle precipitazioni che da alcuni anni sono improvvise, abbondanti e molto localizzate. In presenza di un Avviso di Criticità Idrogeologica, al Comune di Senigallia compete solo il monitoraggio a “vista” (nel 2015 !...), eventualmente da prolungare anche durante la notte, in base alle condizioni del fiume . Ma il fiume, come risulta dal rapporto di evento, a mezzanotte era ad un livello di normalità nel nostro territorio e solo dopo le ore 5 le condizioni diventano drammatiche e solo alle ore 7 il Vigile incaricato riceve l'avviso sms dalla Protezione Civile regionale sulla situazione del fiume. Dopo un'ora iniziano le rotture e i sormonti degli argini e comincia il disastro.

Abbiamo ascoltato il presidente della provincia di Ancona e l'ing. Sbriscia e siamo venuti a conoscenza che per il 2014 la regione Marche aveva trasferito alla provincia la misera somma di 122.000 euro per la manutenzione di tutti i fiumi del territorio provinciale! Occorrerebbero milioni! Sentendo l'Autorità di bacino ci rendiamo conto di quanto poco ancora si conosca il fiume. Ascoltando il comandante della Polizia Municipale di Senigallia apprendiamo che tutto quanto previsto dal Piano di Emergenza è stato attuato, ma emerge che le sia le indicazioni e sia le risorse che hanno i Comuni per organizzare tali piani sono assolutamente inadeguati. Abbiamo ricevuto le comprensibili e giustificate lamentele dei cittadini che hanno subito l'alluvione. Si sarebbero aspettati una assistenza migliore. Sicuramente il Piano di Emergenza va aggiornato ed adeguato e il Comune deve attivarsi per ottenere le risorse necessarie. Fin qui, a parte qualche differente aggettivo e qualche diversa considerazione, le due relazioni non divergevano molto e le condizioni per scrivere una relazione unica della Commissione ci sarebbero state e come vice-presidente, ma per conto di tutta la maggioranza, mi sono adoperato per tale soluzione. Il problema vero era che non emergevano responsabilità dirette dell'amministrazione comunale e in particolare del sindaco Mangialardi e invece evidenziare questa responsabilità era un obbiettivo anche abbastanza dichiarato di parte della opposizione. Allora ecco comparire il PAI, il Piano di Assetto Idrogeologico, che dovrebbe individuare, in estrema sintesi, le aree a rischio idrogeologico di un territorio.

Nel 2002 l'allora assessore Mangialardi insieme a tecnici del Comune e un tecnico consulente, l'ing. Prof. Mancinelli, chiedono in un tavolo tecnico Comune-Regione, una modifica in riduzione delle aree previste con rischio massimo nel territorio senigalliese, in contrasto con l'ipotesi sostenuta dall'ing. Macchia, tecnico della Regione, stando a quanto lui stesso oggi ci riferisce. Le osservazioni proposte dal Comune vengono accolte dal tavolo tecnico che ringrazia per la collaborazione nella elaborazione del PAI, e dai verbali, fino a quando l'ing. Macchia li firma o è presente, non risultano contrasti. L'ing. Macchia riferisce di essere anche stato sollevato da quell'incarico da parte dei suoi dirigenti regionali. Questa vicenda credo poco interessi i cittadini di Senigallia e ancor meno possa avere importanza per capire le responsabilità dell'evento alluvionale. Ma guarda caso l'assessore di allora è il sindaco di oggi, e allora ecco trovato la possibilità di coinvolgerlo nelle responsabilità! E' utile ricordare che in quella occasione l'ing. Mancinelli criticò la prima proposta del PAI della Regione perché definiva la zone a rischio in modo troppo approssimativo, senza uno studio approfondito dello stato degli argini e facendo riferimento ad una portata con un tempo di ritorno fino a 200 anni ma senza che si conoscesse la misura di tale portata con cui si chiedeva la delimitazione.

Propose di approfondire lo studio da parte dei tecnici regionali, di fare presto, e poi di tornare con un PAI adeguato. Veramente propose, attraverso questo studio, anche di provvedere alle opere di mitigazione indispensabili per ridurre il rischio di esondazione, cosa sicuramente più importante che delimitare le aree a rischio sulla carta. Stiamo ancora aspettando! Qui ovviamente le due relazioni divergono irrimediabilmente, perché il PAI diventa la cosa più importante della relazione del presidente Mancini, da utilizzare per criticare l'allora assessore Mangialardi. Peccato, sono ancora oggi convinto che si potesse arrivare ad una sola relazione della Commissione, ma hanno prevalso all'interno della minoranza le posizioni più estreme che fin dall'inizio avevano pensato a questa Commissione come ad una occasione ghiotta per mettere sotto accusa il Sindaco.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 31-01-2015 alle 10:45 sul giornale del 02 febbraio 2015 - 1161 letture

In questo articolo si parla di consiglio comunale, politica, Carlo Girolametti, città futura

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