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Gsa a Mangialardi: 'Gli interventi avviati sul Misa sono completamente sbagliati'

5' di lettura Senigallia 05/12/2014 - Egregio SIg.Sindaco di Senigallia, le tragedie che si sono susseguite in questi mesi in Italia a seguito di eventi alluvionali iniziati purtroppo nelle Marche e che hanno visto Senigallia tra le realtà più colpite, mettono in evidenza una serie di criticità e fragilità ambientali a cui certo è necessario iniziare a porre rimedio.

Queste criticità sono riconducibili a due fattori, le cui origini, in entrambi i casi, trovano nell’uomo la causa prevalente. Il primo fattore di criticità deriva dalle evidenti manifestazioni climatiche estreme che ormai la quasi totalità della comunità scientifica riconduce alle attività antropiche; il secondo, vede come causa aggiuntiva il processo di urbanizzazione incontrollato, l’uso irresponsabile e colpevole del territorio associato ad un abbandono di attenzione pressoché totale. Sulla prima causa poco può essere fatto a livello locale, seppure la somma di tante opportune scelte locali e individuali costruisce modelli di sviluppo più compatibili. E’ proprio sulla seconda causa di criticità che vorremmo tentare una riflessione che per ovvie ragioni non può essere esaustiva. Seppure è evidente che le scelte urbanistiche precedono spesso di decenni la Sua Amministrazione, tuttavia le scelte attuali che vorrà fare in merito alla manutenzione del territorio investono direttamente la sua responsabilità. La continuità o discontinuità operate rispetto al passato potranno assolverla dalle responsabilità precedenti, oppure le erediterà interamente con il loro pesante fardello.

Un approfondimento a parte meriterebbe la costruzioni delle due grandi opere: terza corsia autostradale e complanare. L’alterazione profonda della conformazione fisica di aree limitrofe alla città prodotta da queste due opere e quanto potrebbero aver influito sul normale deflusso delle acque superficiali , sommata all’impermeabilizzazione di settori così rilevanti di territorio non siamo in grado di valutarlo con dati oggettivi. Ci auguriamo che l’Amministrazione lo abbia fatto e lo stia facendo con il massimo rigore e trasparenza. La scelta di voler intervenire sul fiume Misa in modo così pesante, privandolo quasi completamente della sua vegetazione ripariale, arborea e arbustiva, come si sta facendo in questi giorni, da parte nostra è del tutto non condivisibile. Aver, infatti, individuato nel Misa, nella sua naturalità, la causa di quanto accaduto, ricorda molto colui che guarda il dito che indica la Luna e non la Luna stessa. Forse tale scelta può trovare facile consenso in una parte di cittadinanza.

Si tratta di una scelta semplice, che non comporta grandi progettazioni, veloce da realizzare e immediatamente appagante dal punti di vista mediatico. Non siamo per nulla d’accordo sulla sua compatibilità dal punto di vista ambientale ed esprimiamo un completo dissenso in merito alla sua efficacia per prevenire nuove esondazioni o. Anzi, se il gli interventi che si stanno eseguendo hanno questo obiettivo, riteniamo che la rimozione della vegetazione ripariale produca un effetto esattamente opposto a quanto si prefigge. Facilitare la corsa del fiume verso il mare potrebbe anche avere un senso se alla foce del fiume non ci fosse una città e se a poche decine di metri dal corso d’acqua non ci fossero attività commerciali, abitazioni, attività produttive. Questo è il caso del Fiume Misa e dunque, come è pensabile che possa essere un rimedio accelerare la corsa verso il mare se alla foce del fiume è presente un collo di bottiglia densamente abitato? La forza devastante dell’acqua, che la permanenza della vegetazione almeno in parte sarebbe in grado di dissipare tenderebbe ad accrescersi piuttosto che diminuire.

L’energia dell’acqua nella sua corsa verso il mare non troverebbe alcuna dispersione scaricandosi tutta nelle aree del centro abitato. In altri termini, Sig. Sindaco, non è la troppa naturalità che il fiume ha riacquisito in questi anni ma esattamente il contrario, è proprio la carenza di naturalità che facilmente produce le tragedie a cui abbiamo assistito, a Senigallia come a Genova, Carrara e in numerosi altri luoghi. Le ruspe e le motoseghe che in questi giorni stanno facendo scempio della vegetazione arborea e arbustiva sul fiume, mettono a nudo un alveo e dei terreni e, Dio non voglia, qualora questi dovessero essere interessati da una piena, ingenti quantitativi di materiale limoso verrebbero a valle non più trattenuti dalla copertura vegetazionale.

Solo una manutenzione costante, fatta di continui piccoli interventi mirati che non alterino la naturalità del fiume e delle aree circostanti, può limitare le conseguenze di eventi estremi. L’intervento che Lei ha avviato, non ce ne voglia Sig. Sindaco, esprime una visione completamente errata di un fiume che non può essere visto come un canale in cui l’acqua deve scorrere il più velocemente possibile verso valle e verso il mare. Si tratta di una visione meccanicistica e superficiale, mentre al contrario un fiume andrebbe trattato come un ecosistema complesso, che comprende l’intero reticolo idrografico con i suoi substrati pedogenetici, la sua vegetazione naturale e le attività antropiche che si sono insediate. Quest’ultimo approccio, lo comprendiamo, non è appagante, nè da un punto di vista mediatico, e ancor meno da quello politico discostandosi dalla convinzione diffusa di molta parte dei cittadini. Riteniamo tuttavia che la buona politica e la buona amministrazione riescano a guardare la Luna quando molti guardano il dito.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 05-12-2014 alle 08:32 sul giornale del 06 dicembre 2014 - 2847 letture

In questo articolo si parla di attualità, Gruppo Società e Ambiente

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