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Arcevia: al via la sperimentazione per rilanciare le aree interne, si parte dall'Appennino basso anconetano

4' di lettura 07/10/2014 - La zona dell’Appennino basso pesarese e anconetano - che ha mostrato un livello di coesione tra Comuni e avanzata capacità progettuale - è l’area pilota marchigiana dove partirà la sperimentazione della strategia nazionale per rilanciare le aree interne. Potrà contare su un finanziamento nazionale di 3,8 milioni di euro, destinato a riequilibrare l’offerta dei servizi di base nei settori della mobilità, salute e scuola: interventi che, unitamente a una progettualità sullo sviluppo economico, sono il motore della Strategia.

L’area pilota è stata individuata dalla Regione Marche, su richiesta del ministero dello Sviluppo Economico, a seguito del sopralluogo della delegazione ministeriale del giugno scorso, guidata da Fabrizio Barca, nei territori segnalati dalla Regione e rispondenti ai criteri ministeriali. Le aree candidate sono tre e comprendono anche “Macerata” e “Ascoli Piceno”: in totale 44 Comuni e 86.407 abitanti. Le visite sul posto hanno consentito, agli esperti ministeriali, di valutare la rispondenza delle tipologie ai requisiti previsti dalla Strategia nazionale.

Due (il basso Appennino e Macerata) risultano pronte a sperimentare la prima fase, con una necessità dell’area maceratese di sviluppare ancora una maggiore integrazione tra i Comuni aderenti, mentre la terza (Ascoli) va sostenuta con un percorso di progettazione. Da sottolineare come lo sviluppo economico delle aree viene individuato dai territori sia da un punto di vista turistico ambientale - tematica emergente in tutte e tre le aree - che in ambito culturale, indicazione presente nelle prime due aree. La decisione della Giunta permetterà di partire - come richiesto da Roma, entro il 2014 - nel basso Appennino (area pilota), mentre a Macerata la sperimentazione inizierà nel 2015 con la previsione di attivare ulteriori risorse statali specificatamente dedicate. La terza area (Ascoli Piceno) sarà aiutata a rientrare nei parametri ministeriali, rivedendo, se necessario, la riperimetrazione, anche con l’ingresso di nuovi Comuni dell’area Fermana.

“Tutte e tre le aree interne selezionate beneficeranno dei finanziamenti comunitari dei fondi Fesr (coesione economica e sociale), Fse (lavoro) e Feasr (agricoltura) della programmazione 2014-2020, con le risorse aggiuntive nazionali previste – evidenzia l’assessore alle Politiche Comunitarie, Paola Giorgi – La strategia nazionale individua eleggibile una larga parte del territorio italiano, caratterizzata dalla perifericità rispetto ai principali poli di sviluppo economico, con problemi di spopolamento, invecchiamento della popolazione, declino economico, ma con le potenzialità per avviare un nuovo sviluppo. Le Marche sono state tra le prime Regioni ad aderire all’iniziativa, delineando subito tre aree idonee alla sperimentazione, dove intervenire sui servizi essenziali ai cittadini per creare futuro e reddito. La strategia assegna un ruolo strategico ai Comuni, i quali, attraverso l’aggregazione, saranno i propulsori dei progetti per le aree interne. Partiamo dal basso Appennino, la zona che soddisfa maggiormente i requisiti nazionali, per poi continuare con Macerata e, contestualmente, aiutare Ascoli Piceno, per progettare insieme nuove strategie di sviluppo dell’entroterra al passo con i tempi e con le nuove opportunità inespresse, da valorizzare localmente”.

L’area pilota “Appennino basso pesarese e anconetano” è composta dai comuni di: Acqualagna, Apecchio, Cagli, Cantiano, Piobbico, Frontone, Serra Sant’Abbondio, Arcevia, Sassoferrato.

I comuni dovranno individuare quello capofila che coordinerà gli interventi e firmerà l’Accordo quadro con il Ministero e la Regione. I Comuni saranno i propulsori delle aree interne. La loro piccola dimensione richiederà un’organizzazione in forma associata o consortile dei servizi funzionali alla riuscita della strategia. Opportunità di crescita che dovranno basarsi sulle potenzialità del territorio e sulle opportunità esistenti, messe a rete, con l’eventuale coinvolgimenti di soggetti pubblici e privati ritenuti idonei al conseguimento delle finalità stabilite. Al raggiungimento degli obiettivi concorrono tutti i fondi strutturali e di investimento disponibili (Fesr, Fse, Feasr), oltre allo stanziamento riservato all’area pilota.

La Regione potrà comunque destinare, alla altre due aree individuate, la quota delle risorse non utilizzate a livello nazionale entro il 2014. Al momento i fondi europei che la Regione può destinare alle tre aree ammontano a circa 10 milioni di euro: un importo che può mutare sulla base dell’approvazione Ue dei Programmi operativi.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 07-10-2014 alle 15:46 sul giornale del 08 ottobre 2014 - 1806 letture

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