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Il Generale Gino Augusti Conte di Senigallia commemorato a 50 anni dalla sua scomparsa

Gino Augusti 3' di lettura Senigallia 20/09/2013 - Siamo negli anni cinquanta il conte Gino Augusti, generale di cavalleria dalle molte vittorie, riceveva gli storici che volevano attingere dalla sua memoria le notizie del territorio dall’inizio del secolo nella sua villa di Senigallia arricchita dei più preziosi mobili del casato di 4 secoli.

La bonomia e l’affabilità con cui intratteneva, dedicando il tempo ai visitatori, ci induce oggi a delinearne un quadro più ufficiale per conferirgli la dovuta istituzionalità ad un personaggio che ha lasciato un impronta significativa in quello che una volta era il feudo degli Augusti e pertanto il contesto territoriale che va da Arcevia al mare.

Nel settembre del 1963 moriva, oggi a cinquant’anni di distanza, il nipote conte Giovanni Martines Augusti, presidente del Milano Lancieri 7°sezione di Senigallia valle Misa Nevola, ricorderà la figura di suo nonno mercoledi 25 settembre alle ore 19,30 in una messa officiata in suo onore nella Chiesa Gentilizia di san Francesco e santa Timotea di fianco al palazzo Augusti Castracane, dove, nella cripta della Casata Augusti dove riposano le spoglie del Conte.

Il conte Gino oltre ad essere stato uno grandi cavalieri del novecento italiano si distinse anche come lungimirante politico.
Il primo nelle Marche ad attuare una politica agraria a favore non solo dei proprietari ma anche dei coltivatori anticipando le modifiche che il sistema giuridico del settore stava per avviare sulla base di una esigenza di modernità che doveva conferire la maggiore reddito ed autonomia alle persone che di fatto sulla terra vivevano.
Infatti pochi anni dopo furono spostate le percentuali in favore dei mezzadri per essere poi abolite negli anni 80.

Come podestà della città di Corinaldo 1938 al 1942 si fece apprezzare nella gestione dei rapporti in un momento molto difficile della storia italiana.
In coerenza di questi fatti e per l’apprezzamento ricevuto fu confermato come sindaco, a firma dell’ AMG ( Allied Military Governament), dopo la, liberazione dei tre comuni Ripe Castelcolonna e Monterado che per sei mesi si ritrovarono sotto la gestione del conte Augusti.

A distanza di 60 anni le dirigenze si sono nuovamente raccordate sotto un unico guida ripetendo il modello del conte Augusti
Ma le vicenda per cui è commemorato ancora oggi è la straordinaria azione che compì a Monastier di Treviso in una delle ultime cariche di cavalleria , quella di san Piero Novello, nella famosa battaglia del Solstizio, della prima Guerra Mondiale.

All’ alba del 19 giugno del 1918 il conte, capitano, guidò i propri squadroni del settimo lancieri di Milano in una avventurosa battaglia contro forze soverchianti che stavano per spezzare il fronte italiano caricando un intero battaglione di austro ungarici ed evitando il sicuro sfondamento della linea del Piave e permettendo alla Terza armata di Diaz di ripiegare rafforzando le posizioni e preparando l’ attacco finale per la vittoria di Vittorio Veneto.
guadagnò sul campo la medaglia d’argento sul campo dal Re D’Italia.

Il conte Gino amico e compagno d’armi tra gli altri di Dannunzio, Balbo e di Baracca, che morì nei cieli veneti lo stesso giorno della carica, con questa azione si rese noto al mondo, infatti, non solo il diciottenne Ernest Hemingway, presente con la Red Cross alla carneficina di Monastier, si ispirò per scrivere il capolavoro “Addio alle Armi”, ma anche Sir Wiston Churchilll, giunto nelle Marche nell’ agosto del 1944, volle incontrare il prode cavaliere onorandolo della presenza nelle sua residenza di campagna, il palazzo Augusti Catracane a Brugnetto di Ripe,dove rimase ospite del Conte per una notte.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 20-09-2013 alle 23:59 sul giornale del 23 settembre 2013 - 4726 letture

In questo articolo si parla di cultura, guido fabbri

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