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Paradisi: 'Esplosione alle Saline. Ora subito una commissione di inchiesta'

roberto paradisi 2' di lettura Senigallia 10/05/2013 - La sentenza del Giudice del Tribunale di Senigallia sul caso dell’esplosione alle Saline del 2007, che purtroppo causò gravi lesioni personali a due nostri giovani concittadini, è assolutamente ineccepibile. Non si tratta affatto di “giustizia negata” ma, semmai, di limpida verità ristabilita.

Fin dal primo momento appariva chiaro (e il sottoscritto intervenne come consigliere comunale sia presentando una interrogazione sia con un comunicato stampa) che la responsabilità dell’evento doveva essere individuata in seno al Comune di Senigallia. Era il Comune ad avere la custodia dell’area (ne era proprietario, come è stato dimostrato nel corso del processo penale nei confronti del responsabile del coordinamento volontari della Protezione civile), come prevede il codice civile.

Era il Comune ad avere le chiavi di accesso a quell’area. Era il Comune che avrebbe dovuto provvedere alla manutenzione e alla messa in sicurezza dell’area. Nessun contratto di affitto o comodato era in essere con alcuna associazione di volontariato o altro ente (come io stesso verificai all’indomani dell’esplosione). Nel corso del processo, addirittura, non si è riusciti a risalire alla proprietà della bombola. Il che significa, a dimostrazione della sciatteria dell’allora Amministrazione comunale, che il custode dell’area (il Comune) non sapeva nemmeno cosa avveniva in un’area di sua proprietà e nella sua custodia. L’unico dato davvero imbarazzante è che sotto processo sia finita una persona del tutto estranea a responsabilità legate alla custodia dell’area. Ricordo le parole avventate e imprudenti dell’allora sindaco Angeloni che gridò ipocritamente “chi ha sbagliato paghi”, quasi già avesse individuato una responsabilità extra-comunale.

Ecco, ora che dal processo è emersa una chiara responsabilità nei confronti dell’ente custode dell’area (senza che, purtroppo, i veri responsabili siano stati ancora processati), è compito dell’Amministrazione comunale fare quello che, nel 2007, era stato negato dal sindaco Angeloni. Avevo chiesto, e torno oggi a chiederlo, l’istituzione di una commissione interna di inchiesta per appurare responsabilità politiche e responsabilità personali. E in seno a tale commissione, sarà anche opportuno convocare la signora Angeloni e chiederle conto di quella inchiesta interna negata. Perché due ragazzi, ancora oggi, hanno diritto ad ottenere giustizia.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 10-05-2013 alle 16:32 sul giornale del 11 maggio 2013 - 907 letture

In questo articolo si parla di roberto paradisi, attualità, coordinamente civico

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