comunicato stampa
Massacci e Mancini: 'La sanità a Senigallia. Sette domande senza risposta'


Da medico con un po’ di esperienza e da consigliere comunale, spesso ci vengono poste domande come:
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Se pago le tasse per un servizio pubblico, perché spesso sono obbligato ad accedere alle strutture private pagando qualche volta di tasca mia?
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Che garanzie ho che le scelte mediche che vengono fatte sulla mia persona rispondano solo alle logiche della mia salute piuttosto che ai vantaggi che derivino a qualcuno?
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Perché raramente riesco ad ottenere informazioni convincenti in modo comprensibile ed adatto al mio livello di conoscenza?
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Se lo stato deve spendere di meno, perché non riduce le convenzioni con il privato prima di ridurre l’offerta pubblica di servizi?
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C’è qualcuno che è veramente convinto che tagliando 450 posti di lavoro si risolva il problema del deficit sanitario regionale anche se non si vanno a rimuovere i mille interessi che girano intorno alla sanità?
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Se abito a Senigallia e se il mio problema non può essere risolto a Senigallia, perché debbo andare a Jesi e Fabriano, passando magari vicino all’Ospedale di Torrette, senza però potermi fermare, solo perché l’organizzazione prevede così?
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Perché l’organizzazione sanitaria non si adatta alle necessità del cittadino utente, ma pretende che sia il cittadino ad adattarsi ad una organizzazione sanitaria autoreferenziale ?
Un invito al sindaco Mangialardi:
Approfondisca le domande di cui sopra, le adatti alla realtà di Senigallia, si attivi a che venga ridiscussa la posizione di Senigallia all’interno della Area Vasta 2 proponendo una fruttuosa integrazione tra la struttura ospedaliera di Senigallia e l’Ospedale di Torrette, alla stregua di quanto già avvenuto tra Fano e Pesaro.
Nella navigazione a vista dell’ultimo periodo, un’idea che si accende illumina più di un faro.
Carlo Massacci, medico
Roberto Mancini, consigliere comunale

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