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Italia Nostra sulla tassa sul giardino

2' di lettura Senigallia 10/01/2013 - Avere un’abitazione con orto o giardino annesso può essere un privilegio, ma anche un indice della qualità della vita e della qualità urbanistica, tanto che il modello della casa a schiera o della villetta seriale con antistante giardino e retrostante orto è il quello adottato universalmente, non solo dall’edilizia popolare aziendale a partire dai paesi anglossassoni di inizio ‘900, ma anche dai quartieri residenziali del ceto medio americano.

Quindi dovrebbe essere un modello da incoraggiare o per lo meno da conservare, tanto che un tentativo in tal senso è stato fatto anche a Senigallia nel quartiere sorto lungo la strada delle Saline verso il Ciarnin. Sicuramente la disponibilità di una corte accresce il valore immobiliare dell’abitazione ed è giusto che venga computato nell’imponibile fiscale. Ma arrivare a tassare orti e giardini per la loro potenzialità edificatoria, senza tenere conto che si tratta spesso di pertinenze tipologiche di abitazioni storiche, appare una scelta molto discutibile e sicuramente da noi non condivisibile.

Questo però è quello che sta accadendo a Senigallia (probabilmente non solo), dove in alcuni casi (non è chiaro con quali criteri siano stati individuati) la pertinenza di un’abitazione è stata considerato lotto fabbricabile insieme all’edificio che vi sorge e assoggettata all’ICI dei terreni fabbricabili per la capacità edificatoria non utilizzata. Così se teoricamente il lotto consente di edificare 100 e l’abitazione in cui il proprietario risiede utilizza solo il 50 % della potenzialità edificatoria, si deve pagare l’ICI sulla restante superficie non utilizzata, anche se il proprietario la utilizza a giardino e non ha nessuna intenzione di edificarvi. Ne consegue che per non soggiacere a questa tassa a vita (senza considerare gli arretrati), il proprietario delle aree più grandi dovrebbe, o vendere l’immobile a chi ha più possibilità economiche o sfruttarne la capacità edificatoria eliminando il verde.

Si assisterebbe così al rovesciamento di uno dei principi base dell’urbanistica: il diritto a costruire diventerebbe praticamente un obbligo ad edificare al massimo di quanto previsto dagli strumenti urbanistici vigenti. Una logica non moto diversa dalla lottizzazione d’ufficio adottata per un’area della Cesanella, su cui alcuni proprietari non hanno intenzione di edificare sul loro spazio verde. Se la prassi di imporre il pagamento l’ICI sulle pertinenze di abitazioni isolate e plurifamiliari trovasse un’applicazione estensiva, costituirebbe una spinta fortissima a cementificare altri pezzi della rete di orti urbani e di giardini che ha caratterizzato decenni di edilizia residenziale, inferendo un ulteriore duro colpo alla qualità delle nostre periferie urbane, per non parlare poi di ambiente e bellezza.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 10-01-2013 alle 19:00 sul giornale del 11 gennaio 2013 - 3443 letture

In questo articolo si parla di attualità, Italia Nostra - Senigallia

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