Papaleo porta sul palco della Fenice il meglio della semplicità del sud

Lo spettacolo è partito con un grande ringraziamento alla città di senigllia che è stata definita "molto viva di notte". Rocco ci presenta in modo ironico ogni componente della band che lo accompagna, descrivendoci anche dei loro avvenimenti particolari. Una band di 6 elementi molto capaci che presenta nel suo interno interessanti parentele.
Rocco ha ricordato che la fantasia è la madre di tutte le arti, compresa la musica e, a poposito della musica ha voluto spiegare perchè si definiscono un'"impresa meridionale" dicendo che essendo tutti provenienti da varie zone del sud e essendo attaccati alle loro consuetudini hanno come missione quella di riscattare le loro amate terre. E per farlo scelgono il teatro, luogo dove quest' impresa di intrattenimento dimostra di sapersi muovere.
Un tema ricorrente è il sesso, Papaleo afferma che "Siamo tutti tossici e soccubi del sesso " e provoca le risate del suo pubblico scendendo in particolari che lo riguardano in maniera più approfondita. Infatti racconta della sua prima esperienza sessuale in una tenda, episodio che viene accolto da risate interminabili.
Un momento toccante, senza dubbio, è quello dove Rocco si è messo nei panni di un abile pianista accompagnando il pianista uffciale, intento a deliziare il pubblico con una bella poesia dedicata alle grandi storie d'amore.
Ad un tratto dal buio del palco emerge Rocco seduto sull'angolo destro e con un sottile accompagnamento di chitarra ci racconta un episodio divertente della sua infanzia. Questo spettacolo fatto di storie divertenti e brevi narrate con musica ha incuriosito il pubblico: si tratta di un primo esperimento di teatro-canzone.
"Tutti dovremmo suonare uno strumento perchè nella musica, come nella vita, la questione è mettere una nota giusta nell' armonia" così Rocco invita gli aspettatori ad amare gli strumenti musicali e la musica in generale.
Papaleo chiede la partecipazione del suo pubblico facendogli intonare brevi versi e facendogli fare brevi rappresentazioni della giocosità di una foca, e questo con il solo intento di fare un gesto di generosità ma sopratutto un gesto liberatorio. E coglie il momento per ringraziare il suo pubblico cantando Basilicata, una famosa canzone che lui chiama "un inno ironico della sua regione", su richiesta.
In un rilassante gioco di luci, un atmosfera calda: è stato facile divertirsi. Papaleo ha salutato Senigallia con le parole del poeta e drammaturgo Bertolt Brecht che spingono ad avere e ad accettare l'importanza del senso dell' umorismo.

Questo è un articolo pubblicato il 14-04-2012 alle 00:13 sul giornale del 16 aprile 2012 - 1871 letture
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