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Nessuna offerta per l'Hotel Marche: ora si va a oltranza con la trattativa privata

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Nessuno vuole l'Hotel Marche. Anche la trattativa privata per la vendita dello storico ex Hotel Bagni fissata per ieri è andata male. La Provincia, proprietaria dell'immobile, dopo le due aste andate deserte nel novembre scorso, tenta ora la strada della trattativa privata calando il prezzo e fissandolo a 5 milioni e 500 mila euro.

Per mercoledì era stato fissato il termine ultimo per la presentazione delle domande e ieri si sarebbero dovute aprire le offerte. Nessun acquirente però si è presentato e così la Provincia ha deciso di prorogare, a tempo indeterminato, il bando per la vendita, sempre a trattativa privata e sempre allo stesso prezzo, dell'Hotel Marche.

“Purtroppo alla chiamata dell'8 febbraio non si è presentato nessuno e così abbiamo deciso di lasciare aperti i termini per presentare le offerte -spiega l'assessore provinciale al patrimonio Eliana Maiolini- sappiamo che il piano delle alienazioni di qualsiasi ente pubblico rappresenta un criticità ma non ci diamo certo per vinti. Il periodo economico non è dei migliori e ci può stare che i privati sperino in ulteriori ribassi. Dal canto nostro ci stiamo muovendo per promuovere l'Hotel Marche in ogni modo, sia in Italia che all'estero che con le catene alberghiere”.

Nessun timore per le sorti dell'hotel Marche in caso di commissariamento della Provincia la primavera prossima. “La Provincia non viene mica soppressa -precisa la Maiolini- ci sarà un commissario, che resterà in carica fino al 2013, che avrà un bilancio da rispettare all'interno del quale c'è anche il piano delle alienazioni, hotel Marche compreso. La Provincia non sparisce, verrà riorganizzata e la nuova normativa spiegherà anche compiti e funzioni”.

L'hotel Marche, la cui destinazione d'uso dovrà rimanere rigorosamente turistico-alberghiera, ha visto scendere il prezzo di vendita fissato a 7 milioni e 200 mila euro della prima asta a 6 milioni e 480 mila euro nella seconda chiamata. Non è escluso che la Provincia potesse chiudere la partita anche in caso di un'offerta inferiore ai 5,5 milioni di euro.