Darsena Bixio, piazza d'acqua straordinaria

L’imminente appalto per l’urbanizzazione del nuovo quartiere della Sacelit di 22 milioni di euro dovrebbe portare ad una necessaria riflessione per apportare correzioni a scelte poco appropriate. In un momento, così particolare, dove è in atto una trasformazione epocale della città e dove reperire risorse è sempre più difficile, non è più consentito sprecarle né sbagliare.
Una corretta pianificazione avrebbe dovuto, a suo tempo, prevedere la correlazione tra l’area di lottizzazione e il resto della città, ma visto che ciò è mancato, è quantomeno utile procedere, almeno oggi, con un tentativo di ricucitura con il contorno. Punto debole del progetto è la trombetta di accesso alla statale, dove l’ostinazione a mantenerla nello stesso sito, senza guardare altrove, ha portato ad una interminabile ricerca, che ha sempre ruotato intorno al progetto originale del piano portuale, senza mai arrivare ad una soluzione soddisfacente, nonostante il blasone dei progettisti cimentatisi, da Bhoigas a Gregotti fino a Portoghesi. L’ultima recentissima definizione prevede due rampe separate con attraversamento in sottopasso della ferrovia e, per quella a monte, anche della statale.
Per i trasporti eccezionali delle imbarcazioni è stata prevista un’altezza di 5,5 metri per il sottopasso, ma non si è potuto far meglio per la larghezza della carreggiata, che risulta strozzata, con il rischio per i bilici di rimanere incastrati o costretti ad eseguire difficoltose manovre di correzione in curva con retromarce in salita, con pendenza del 10 %. A causa di questa scelta, anche le percorrenze veicolari per l’accesso al porto, di parti della città comprese in linea d’aria in un raggio di 250 metri, subiranno un allungamento di percorso compreso 1,5 e 2 km. Ma a far scadere irrimediabilmente la qualità ambientale, di questa potenziale pregiata parte urbana, saranno, con un orribile impatto visivo, le tre strade parallele e affiancate alla ferrovia. Con la nuova urbanizzazione, peggiorativo e ancor più penalizzato, rispetto alla situazione attuale, sarà, il collegamento con il centro. Infine il collegamento tra i lungomari sarà malamente e incredibilmente sdoppiato tra l’avveniristica passerella sospesa ciclo pedonale e la strozzata strada, affiancata alla ferrovia, che conferisce precarietà effettiva e psicologica a una congiunzione non pienamente realizzata, che andrà anche a sottrarre spazi preziosi per i parcheggi, dove risulterebbero effettivamente utili al centro storico.
Ho sovrapposto integralmente il progetto edilizio di Portoghesi su una diversa ipotetica organizzazione dell’urbanizzazione per dimostrare come una diversa soluzione può cambiare radicalmente la scenografia urbana senza interferire con l’edificazione in corso. Essenzialmente questa alternativa va a produrre un deciso miglioramento funzionale, estetico e paradossalmente economico, facendo risparmiare diversi milioni di euro. L’accesso alla statale è pensato in corrispondenza di via Mamiani con pendenza inferiore al 5% (la metà della trombetta)e con rampa unica a doppio senso di marcia ed un solo attraversamento sotto la ferrovia. Il collegamento con il centro storico è migliorato da una circuitazione oraria a senso unico, tra il ponte del corso, il nuovo ponte e i due sottopassi ferroviari esistenti, che cederanno le corsie residue a comodi percorsi ciclo pedonali. Il nuovo unico ponte di collegamento, tra l’hotel La Vela e il ristorante Uliassi, realizzerà finalmente con la triplice funzioni carrabile, di passeggiaia e ciclabile la continuazione strutturata e naturale dei lungomari in perfetta fusione, con una pendenza accettabile del 5% (contro l’8% della passerella sospesa) e consentirà una percorrenza agevole anche ai disabili e ai ciclisti, disegnando un profilo altimetrico e un tracciato, eleganti e sinuosi, che gli conferiranno una indiscussa nonumentalità, definendo altresì una significativa marca a un confine permeabile tra la città e il mare paragonabile ad una porta urbana.
Il ponte viadotto potrebbe essere definito come la porta della città al mare e rappresentare anche il lato più importante della nuova piazza d’acqua, interamente pedonale e costruita intorno alla darsena Bixio, come in uno scorcio veneziano, che contiene e non esclude la città e dove viene sprigionato uno straordinario orizzonte visivo che si concentra al centro e ,viceversa, da questo si espande al porto. A fare da cornice alla piazza, dovrà essere la demolizione della cortina di vecchie case, con una parziale ricostruzione e sopraelevazione delle stesse e il recupero della ciminiera, come ulteriore totem monumentale, visto anche come appetibile opportunità economica facilmente ammortizzabile. Ho immaginato il recupero della ciminiera con una piattaforma in sommità di 300mq. con un locale tecnico chiuso di 50 mq. sottostante, alla quale si accederà, con un pedaggio, a piedi, tramite una scala elicoidale o con una coppia di ascensori trasparenti interni a una parallela torre reticolare, alla base potrà essere realizzato un altro locale pubblico di 600 mq. Credo che questa proposta abbia motivazioni sufficienti ad obbligare a riflettere perché ciò che verrà fatto non potrà più essere cancellato e optare per una scelta piuttosto che per un'altra significa costruire oggi e per sempre, con una sufficienza non raggiunta o con un livello di eccellenza, le future prospettive estetiche, economiche e turistiche della città.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 18-10-2011 alle 16:28 sul giornale del 19 ottobre 2011 - 3275 letture
In questo articolo si parla di attualità, Paolo Landi
L'indirizzo breve è
https://vivere.me/qxn