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Tagli alle mense scolastiche: da settembre restano solo 3 centri cottura


Il comune taglia i centri di cottura per la scuola. Gli effetti dei minori fondi a bilancio cominciano a produrre i primi e temuti effetti. Con un'apposita delibera, la Giunta ha varato il nuovo piano di riorganizzazione del servizio di refezione scolastica che entrerà in vigore dall'anno scolastico 2011/2012.
Da settembre dunque i centri di cottura in meno saranno ben 5, passando dagli attuali otto a tre con un conseguente ridimensionamento anche del personale. Una riduzione che fa seguito a quella introdotta nel 2003, quando i centri di cottura furono quasi dimezzati, passando da 15 a 8. Una decisione presa dalla Giunta Mangialardi a seguito di “evidenti criticità” che renderebbero dunque necessario un ulteriore intervento di razionalizzazione del servizio di refezione scolastica che attualmente produce 190 mila pasti annui per 15 scuole d'infanzia, 2 centri d'infanzia e 6 scuole primarie in cui operano 16 cuochi dipendenti comunali di ruolo e 6 cuochi a tempo determinato per una spesa complessiva di circa 1 milione e 230 mila euro all'anno.
Voci di spesa su cui incide per il 53% quella che riguarda il personale. E proprio questa sarà la leva su cui fare “forza” per incidere nel risparmio. Ma l'elenco delle criticità evidenziate dalla Giunta è lungo. A cominciare dalla produttività dei centri di cottura che sarebbe sbilanciata dal momento che “solo 3 centri su 8 producono più di 200 pasti al giorno”. Ma il problema della produttività riguarda anche i cuochi. “Nelle cucine più piccole su producono mediamente 37-40 pasti mentre quelle più grandi, con un numero maggiore di operatori, producono 70-80 pasti al giorno -si legge nella delibera- inoltre il 60% dei dipendenti di ruolo in servizio nelle cucine scolastiche presenta serie limitazioni fisiche, accertate dal medico dell'ente, per lo svolgimento delle mansioni connesse al loro profilo e il problema diventa particolarmente difficile nelle cucine con 1-2 cuochi”. La riorganizzazione della refezione scolastica è stata pensata mantenendo però alcuni capisaldi quali l'impiego dei cuochi di ruolo del Comune (ma evidentemente non quelli a tempo determinato), l'utilizzo di alimenti biologici o di primissima scelta e una distanza non eccessiva delle scuole con servizio mensa dal centro di cottura.
“L'esperienza di questi anni ha dimostrato che la concentrazione dei centri di cottura, non solo non ha diminuito la qualità e gradevolezza dei pasti trasportati nelle scuole senza cucina -sostiene la Giunta- ma ha permesso ulteriori investimenti sul servizio”. Nel dettaglio la proposta di giunta che scatterà a settembre prevede solo tre centri di cottura: a Marzocca, per la fornitura di pasti per le scuole della zona sud della città, in piazza D'Armi, per coprire la zona nord della città fino a Cesano, e la cucina Pascoli che servirà tutto il restante territorio comunale. Un'operazione che dovrebbe risolvere tutte le criticità riscontrate dal comune con un risparmio di 108 mila euro all'anno.
“La produttività dei centri di cottura è così più equilibrata dal momento che il centro più grande produrrebbe dai 680 ai 760 pasti giornalieri mentre le altre due cucine più piccole circa 300 pasti ciascuna superando anche le difficoltà legate alle problematiche sanitarie dei cuochi -conclude la delibera- la concentrazione dei cuochi favorisce una maggiore distribuzione dei carichi di lavori e un minor impegno fisico per ciascuno di loro e i lavoratori con limitazioni fisiche possono avvalersi dell'aiuto degli altri colleghi. Con la riorganizzazione in tre centri di cottura si riduce anche il fabbisogno di personale di sei unità e quindi non sono più necessari i supplementi annuali”.

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