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comunicato stampa
Mura senigalliesi: pagine di storia cancellate

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da Federica Spinozzi

Conoscere la storia della propria città, di quelle strade che attraversi quotidianamente, di certi scorci familiari, di quei luoghi a te cari, perché teatro della tua vita, non è solo un’operazione culturale, privilegio di pochi, bensì è un dovere civile, un impegno inalienabile per cittadini responsabili e custodi attenti di quanto la storia ci ha affidato.

E’ tanto vero tutto ciò che il nostro Comune ha organizzato una serie di lezioni sulla storia di Senigallia, destinate a tutti gli insegnanti: obiettivo principale è far studiare ai nostri ragazzi la storia locale e venire direttamente a contatto con tracce, documenti, resti del passato. Molto interessante tutto il percorso che vede il coinvolgimento di esperti senigalliesi di storia locale che con passione e competenza trasmettono i loro studi, le loro conoscenze, il loro amore per la storia. In particolare durante l’ultima lezione è stato approfondito lo studio delle mura antiche della città, da quelle quattrocentesche fatte costruire da Sigismondo Malatesta, a quelle pentagonali roveresche del ‘500, per concludere con quelle settecentesche.

Dopo la presentazione degli studi e delle immagini d’epoca, la lezione è proseguita lungo le strade del centro storico, alla ricerca dei resti delle mura, partendo da viale Leopardi, passando per la Rocca, attraversando il fiume sino al rione Porto per tornare poi lungo i Portici Ercolani, via Pisacane e infine sul viale Leopardi al Teatro “La Fenice”. Il momento più interessante e coinvolgente è stato quando abbiamo osservato il nuovo panorama al termine di via Rodi: giunti qui per vedere l’unico punto in cui le mura cinquecentesche sono ancora visibili, sul lato sinistro della chiesa del Porto, ci siamo trovati poco oltre, dinanzi ad una immensa voragine, nel punto in cui si trovava, o meglio, si trova ancora il bastione Porto, con la sua punta rivolta verso nord-est. Qui ora è possibile osservare l’interno delle mura ed i contrafforti, porzioni di mura trasversali che, con la loro funzione di ammorsamento del terreno, costituivano l’insieme del muro fortificato: la vasta area all’epoca era poi ricoperta di terra con basamenti e troniere per i cannoni e zone di avvistamento verso il mare.

Ma la sconvolgente realtà è che tale zona, da poco liberata e riportata alla luce, verrà utilizzata per edificare con il rischio di modificare per sempre la leggibilità architettonica del bastione Porto. Nasce spontanea la domanda: il piano particolareggiato poteva essere l’occasione per salvare l’unico bastione rimasto parzialmente visibile? Il progetto autorizzato prevede la valorizzazione e la fruibilità dei particolari del bastione? Da un lato si annunciano piani di riqualificazione del centro storico, dall’altro si rischia di perdere quel poco che resta. Si formano gli insegnanti perché educhino i propri alunni, i cittadini di domani, al rispetto del patrimonio storico e artistico locale: a questo corrisponde un’attenzione effettiva da parte dell’Amministrazione?

Ben vengano dunque iniziative di sensibilizzazione alla storia locale partendo proprio dalla scuola, puntando sui giovani, ma i nostri ragazzi si appassioneranno alla storia della propria città, alla riscoperta delle proprie radici, alla valorizzazione del passato nella misura in cui noi adulti, dai semplici cittadini agli amministratori, testimonieremo la cura per tutto ciò che la storia ci ha consegnato. E il primo passo, fondamentale per prendersi cura della propria città, è conoscere i e vigilare con attenzione affinché nessuno, pubblico o privato, possa cancellare pagine fondamentali della nostra storia.