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Almas, di nuovo in carcere il padre della pakistana allontanata da casa

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Almas Mahmood

Il padre di Almas, la giovane pakistana al centro di una complessa vincenda legata a litigi familiari culminata con un rapimento da parte del padre dopo che il Tribunale dei minori aveva allontanato la ragazza, torna in carcere. 

Akatar Mahmood, pakistano di 42 anni che da oltre 15 anni vive in Italia con la moglie e i tre figli, è stato condotto dai Carabinieri di Senigallia nel carcere di Montacuto dopo la segnalazione fatta da Almas che ha dichiarato di aver visto la Chevrolet Daewoo del padre parcheggiata nel centro di Fano, dove la giovane vive dopo essere diventata maggiorenne la scorsa estate.

Almas ha dichiarato di avere visto l’auto del padre parcheggiata nel centro di Fano poco prima delle 17 del 3 marzo scorso e di averla poi vista, sempre nello stesso punto anche alle 17.30. Quel giorno, Akatar aveva ottenuto un permesso speciale (si trova infatti agli arresti domiciliari a causa del sequestro della figlia avvenuto a gennaio del 2011) per recarsi con la sua famiglia ai servizi sociali del comune di Senigallia, dove sarebbe rimasto fino alle 16,20 circa.

Mahmood ha però sempre sostenuto che alle 17.30 si trovava a casa e a conferma delle sue di dichiarazioni ci sarebbe la testimonianza di un mediatore culturale del Tribunale dei Minori di Ancona che a quell’ora era si è recato nell’abitazione dei Mahmood. Anche il portiere della pensione Trocadero, dove alloggia la famiglia, conferma che l'auto a quell'ora era regolarmente parcheggiata ma queste testimonianze non sono state sufficienti a convincere il giudice del Tribunale di Ancona che revocato i domiciliari. L'avvocato di Akatar, Mauro Diamantini, fa sapere di aver presentato ricorso in Cassazione ma per l'udienza con cui verranno chiesti nuovamente i domiciliari ci vorrà circa un mese.



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