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comunicato stampa
Lac: ricorso al Tar contro la caccia alla volpe nella provincia di Ancona

3' di lettura
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da Danilo Baldini
Delegato LAC Marche


Animali avvelenati a S. Angelo

La LAC Lega per l’Abolizione della Caccia, e la LAV Lega Antivivisezione ricorreranno al TAR Marche contro la Determina n. 42/2011 della Provincia di Ancona che autorizza la caccia alla volpe nelle Zone di Ripopolamento e Cattura.

L’atto, infatti, presenta delle evidenti carenze ed irregolarità che ne giustificano il ricorso al TAR. I metodi previsti per l’abbattimento delle volpi sono di due tipi: il primo prevede la tecnica dell’aspetto, anche notturno, con l’utilizzo di fonti luminose e fucili ad anima liscia e carabine con ottiche di mira. Il secondo metodo, ancora più cruento e sanguinario, anche perché applicato nel periodo riproduttivo, prevede l’utilizzo di cani appositamente addestrati che penetrano dentro le tane, sbranando le madri ed i cuccioli di volpe! Si tratta di interventi già adottati in passato e che non hanno mai prodotto alcun risultato significativo per il contenimento della specie, visto che negli anni successivi si sono registrati addirittura aumenti delle nascite delle volpi proprio nelle aree dove erano stati applicati. Inoltre, molto spesso, ad essere dilaniati dai cani sono stati madri e piccoli di tassi e di istrici, animali che utilizzano le stesse tane delle volpi.

Si tratta in sostanza dell’ennesimo regalo dei politici marchigiani nei confronti dei cacciatori, per permettere loro di “allenarsi” al loro sanguinario passatempo anche nel periodo di silenzio venatorio. Del resto, non è certo una novità che le attuali amministrazioni regionale e provinciale di Ancona, in particolare il PD, siano legate a doppio filo con i cacciatori. Basti pensare al recente convegno regionale della caccia organizzato proprio dalla Regione Marche a Jesi e che aveva come titolo “Conservazione e controllo delle specie impattanti”, dove tra le specie cosiddette “impattanti” o “nocive” è stato addirittura inserito il lupo, un animale protetto a livello comunitario e che fino a pochi decenni fa, proprio a causa della caccia e della persecuzione umana, è stato ad un passo dall’estinzione! Se questa è la “politica” venatoria regionale, poi non ci si lamenti della recente escalation degli atti di bracconaggio che hanno visto come vittime, guarda caso, proprio dei lupi, come nel caso della testa di lupo mozzata fatta ritrovare nel Parco nazionale dei Sibillini!

E’ fin troppo chiaro, quindi, il patetico tentativo da parte dei nostri rappresentanti politici di “riabilitare” la figura del cacciatore agli occhi dell’opinione pubblica che, da un recente sondaggio IPSOS, è ormai per l’80% favorevole all’abolizione totale della caccia! Come sono del tutto inconcepibili le recenti dichiarazioni del presidente Spacca e dell’assessore alla caccia Petrini sulle presunte potenzialità “turistiche” della caccia nelle Marche. Farebbero infatti meglio a chiedere in proposito il parere di tutti quei cittadini che abitano e lavorano in campagna o nelle periferie delle città, proprio in ambito turistico, come i gestori di agriturismi, country house, maneggi ecc…, e che nei mesi di caccia sono costretti a chiudere o a limitare le loro attività, per non finire impallinati dai cacciatori che non rispettano le distanze dagli edifici o dalle strade… Siamo certi che, più che una “risorsa”, essi considerino piuttosto la caccia una “piaga” sociale, oltretutto ormai anacronistica e senza senso!



Animali avvelenati a S. Angelo