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Montemarciano: basta segreti, l'urbanistica sia discussa in Consiglio

marina di montemarciano 2' di lettura 08/02/2011 -

Anche questa volta avevamo ragione. L’urbanistica a Montemarciano è fatta di incontri riservati che durano mesi ed anni, mentre il consiglio comunale, “unico organo competente a decidere”, è sempre tagliato fuori.



Dopo la questione Cosmelli, scopriamo sempre dalla stampa che sindaco e assessore sono mesi che vedono imprenditori privati per questioni urbanistiche. Adesso anche la Conerobus. A questo punto ci chiediamo: se non ci sono problemi, se non c’è niente da nascondere, se l’urbanistica non è trattata con la logica del “do ut des”, come mai queste questioni non possono venire discusse in consiglio comunale, unico organo competente e rappresentativo di tutte le forze politiche elette? Ricordiamo che le opposizioni montemarcianesi, unite, rappresentano oltre il 50% degli elettori.

Come mai al privato del comparto “C”, che ormai da tre anni deve versare oltre un milione di euro al comune, vengono promesse rateizzazioni e varianti di ogni tipo, dopo che delibere a suo favore appaiono e scompaiono dagli ordini del giorno del consiglio senza spiegazioni soddisfacenti? Come mai, data la continua e giustificata insistenza sull'urgenza di nuove scuole e la palese necessità di essere lungimiranti - contrariamente al passato - non si è valutato in consiglio se la proposta di Cosmelli avrebbe davvero portato ad entrate finanziarie in questo senso? Altro che incoerenza dell’opposizione, qui c’è un clamoroso deficit di trasparenza ed imparzialità da parte dell’amministrazione.

Stiano tranquilli sindaco e assessore nessuno tira le nostre giacchette e le nostre scelte rimangono sempre le stesse. Ribadiamo che siamo contro il consumo di territorio, ma siamo anche contro questo modo indecente di trattare il territorio che appare più vittima di un’aggressione che di una pianificazione nell’interesse della comunità. Non possono continuare sopravvivere certe logiche, come con Raffaeli e Cingolani, quando si attendevano che i problemi diventassero emergenze, per poterle poi gestire in ottica del consenso di breve periodo a scapito della programmazione del territorio, lasciando grandi problemi irrisolti alle future amministrazioni. Un modus operandi intollerabile dal quale, non è un caso, alcuni si siano dissociati iniziando percorsi politici diversi e magari imitabili da altri.

I capigruppo Becci Bernardo, Grilli Maurizio, Ripanti Gilberto.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 08-02-2011 alle 18:04 sul giornale del 09 febbraio 2011 - 679 letture

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