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Animali avvelenati a S. Angelo, la denuncia dell'associazione cinofila

Animali avvelenati a S. Angelo 4' di lettura Senigallia 20/01/2011 -

La nostra associazione è venuta a conoscenza di un grave fatto che mette in pericolo sia l’incolumità delle persone che degli animali, selvatici e domestici.



Siamo infatti stati contatti da un cittadino che abita in località S. Angelo di Senigallia, nei pressi di un’area boschiva nei pressi di Strada della Ruffina e della Strada Provinciale S. Angelo. Il cittadino lamenta il fatto che da molto tempo i suoi cani e gatti sono vittime di sconsiderate che distribuiscono cibo avvelenato nell’area direttamente raggiungibile e fruibile da tutti, dalle persone, anche bambini, e da animali sia selvatici che domestici. In seguito alla morte accaduta nel gennaio u.s. ai suoi cani, fatto seguito ad altre morti, è stata presentata denuncia presso il locale Commissariato di Polizia. Alla denuncia è stato allegato il referto del veterinario che ha eseguito l’autopsia sugli ultimi due cani morti e che attribuisce appunto ad avvelenamento. I corpi degli animali domestici, gatti, e selvatici, ricci e volpi, rinvenuti nell’area presentano lo stesso aspetto: mucose della bocca bluastre.

L’idea che ci siamo fatti è che qualcuno nella zona voglia tenere accuratamente a distanza dalla propria abitazione animali che ritiene indesiderati: dalle volpi che potrebbero nuocere agli animali da cortile, ai gatti che alcuni ritengono fonte di chissà quali malattie e danni alle colture degli orti, ai cani dei vicini. E così pensa bene di disseminare aree pubbliche e accessibili a tutti, anche a bambini curiosi coi loro giochi, con esche avvelenate, creando più danni di quelli che voleva evitare. La pratica di distribuire sostanze velenose camuffate da bocconi prelibati è grave, insensata, appartenente ad una cultura barbara che vede negli animali solo una cosa da eliminare se non è utile a qualcosa, sfruttabile. Il rispetto per ogni diversità è concetto imperscrutabile per queste persone. Ci rendiamo conto che non tutti possano amare i nostri amici animali, a qualunque specie appartengano, ma auspichiamo comunque che si diffonda anche nella nostra città un sentimento di zootolleranza verso creature che ci sono compagne su questa terra, loro malgrado.

Vorremmo ricordare le norme che regolano questa materia e che in questo caso sono state violate a nostro avviso:

1. l’art. 674 del Codice Penale vieta il getto di cose pericolose sul suolo pubblico o comune e di altrui uso; tale disposizione prevede l’arresto fino ad un mese o l’ammenda fino a duecentosei euro.

2. una recente ordinanza del Ministero della Salute, ai fini della tutela della salute pubblica, della salvaguardia e dell’incolumità delle persone relativamente alla dispersione nell’ambiente di esche o bocconi avvelenati, dispone che il medico veterinario che sulla base di una sintomatologia conclamata emetta diagnosi di sospetto avvelenamento o venga a conoscenza di un caso di avvelenamento di un animale domestico o selvatico, deve darne immediata comunicazione al sindaco e al servizio veterinario della Azienda sanitaria locale territorialmente competente. In caso di decesso dell’animale il veterinario deve inviare le spoglie e ogni altro campione utile all’identificazione del veleno o della sostanza che ne ha provocato la morte all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente per territorio. Gli Istituti Zooprofilattici devono sottoporre ad autopsia l’animale ed effettuare entro trenta giorni analisi sui campioni pervenuti o prelevati durante l’autopsia e comunicarne gli esiti al medico veterinario che ha inviato i campioni, al sevizio veterinario della ASL competente e, qualora le analisi siano positive, all’autorità giudiziaria. I sindaci ai quali siano pervenute segnalazioni di sospetti avvelenamenti devono disporre l’immediata apertura di un'indagine e provvedere ad attivare le iniziative necessarie alla bonifica dell’area interessata nonché segnalare l’area con un’apposita cartellonistica. Viene, inoltre, attivato presso ciascuna Prefettura un "tavolo di coordinamento" per la gestione degli interventi da effettuare e per il monitoraggio del fenomeno;

3. il Regolamento del Comune di Senigallia 24/05/2009, art 10: "E’ severamente proibito a chiunque spargere o depositare in qualsiasi modo e sotto qualsiasi forma, su tutto il territorio comunale (proprietà pubbliche e private), alimenti contaminati da sostanze velenose in luoghi ai quali possano accedere animali, con esclusione delle operazioni di derattizzazione e disinfestazione, che devono essere eseguite con modalità tali da non interessare e nuocere in alcun modo ad altre specie animali".


da Roberta Benigni
Associazione Cinofila Senigalliese






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 20-01-2011 alle 16:37 sul giornale del 21 gennaio 2011 - 3361 letture

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