comunicato stampa
Incidente alle Saline: Tarsi, 'Quelle bombole non dovevano essere lì'


"Nessun atto vandalico, quelle bombole non dovevano essere lì". Non usa mezzi termini Andrea Tarsi, il ragazzo rimasto ferito nello scoppio delle bombole alle Saline nel maggio 2007. Tarsi giovedì in tribunale ha raccontato la propria versione dei fatti, ricordando gli attimi prima e dopo l'incidente.
“Pensando ancora oggi a quel giorno sento dolore e paura -spiega-, fisicamente sto bene ma c'è rabbia per quanto accaduto.” La violenta esplosione infatti ha provocato ad Andrea una emorragia interna poi operata d'urgenza poche ore dopo l'incidente. In aula giovedì c'era anche Valentina Argentati, l'ex fidanzatina di Andrea, anche lei coinvolta nell'incidente ma di cui non ricorda nulla. Nell'udienza del tribunale sono inoltre emersi nuovi elementi sulle possibili cause che hanno portato allo scoppio delle bombole. Secondo i legali difensori di Renato Giovannetti, presidente del locale coordinamento della Protezione Civile e imputato per lesioni colpose, sarebbe un atto vandalico la causa di tutto. Una versione che non piace alla vittima, Andrea Tarsi.
“Nessun testimone ha mai parlato di atto vandalico o accennato ad una cosa simile -continua Tarsi-. Il punto centrale è la mal conservazione delle bombole che non si dovevano trovare li.” La tesi della famiglia Tarsi e degli avvocati verte proprio su questa versione, un'accusa alla Protezione Civile. Le bombole infatti erano appoggiate al muro di cinta dell'impianto sportivo delle Saline dopo una esercitazione della Protezione Civile.
“Le fiamme possono essere state appiccate da chiunque e da qualsiasi cosa -conclude il ragazzo-, anche da una semplice sigaretta. Quelle bombole non si dovevano trovare lì.”

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