Basket: un senigalliese sugli scudi nella Goldengas, Nicola Catalani

Il giovane biancorosso parla dopo essere stato decisivo nell'impresa di Castelletto Ticino.
“Una squadra a chilometri zero”, l'aveva definita in sede di presentazione estiva il presidente Claudio Moroni.
E in effetti, guardando il roster delle 32 formazioni di serie A Dilettanti, la Goldengas sembra essere proprio l'unica ad avere dieci-giocatori-dieci tutti della zona, considerando che l'unico a non provenire dalla provincia di Ancona o da quella di Pesaro, è Davide Perini, che però proprio nel pesarese si è definitivamente stabilito da anni.
Ma, nel successo di domenica scorsa a Castelletto Ticino, primo esterno della stagione, ed impresa di giornata nel girone (riconosciuta anche da addetti a lavori solitamente non troppo forieri di considerazione per la squadra biancorossa), il marchio è stato ancora più indigeno, grazie a Nicola Catalani (foto).
Classe 1988, il senigalliese Catalani è un'ala che ha seguito la trafila del settore giovanile nella società, per poi andare in prestito in serie C Nazionale nelle ultime due stagioni, dopo aver fatto comunque in precedenza anche parte della prima squadra della Goldengas tra il 2006 e il 2008.
In questa stagione è tornato più maturo dopo le ultime due esperienze fuori regione (Gaeta e Siena) e domenica con tre triple consecutive in un paio di minuti ha scavato il solco a favore della propria squadra.
“E' stato bellissimo tornare da una trasferta così lunga con i due punti in tasca e la gioia di avere festeggiato in campo assieme ai nostri fedelissimi tifosi, una decina, che ci avevano seguito fino in Piemonte”, esordisce l'under senigalliese.
“Avevamo tutti una gran voglia di vincere e io ho cercato di dare il mio contributo. E' andata bene”, aggiunge.
Che effetto fa tornare a giocare nella squadra della propria città?
“Sono molto contento. E' impossibile trovarsi male in un ambiente del genere. Compagni super, sempre pronti ad aiutarti o insegnarti qualcosa, tifosi e società sempre pronti a sostenerti senza mai giudicarti. E' il posto ideale per crescere come giocatore”.
Come ti sembra il livello del torneo?
“Beh..la serie A Dilettanti è ben altra cosa rispetto alla B o alla C. E' un campionato più fisico e con squadre più lunghe nelle rotazioni, e chiaramente è più duro”.
Con la retrocessione di otto squadre, e tanti squadroni, la Goldengas, con budget decisamente inferiore alla media del torneo, non è certo tra le compagini più accreditate. Cosa ne pensi?
“In tutta verità, non è affatto un problema. Non ci deve interessare quello che pensano gli addetti ai lavori. E' chiaro che sappiamo che ci sono squadre più forti di noi, ma noi siamo anche molto consapevoli delle nostre armi, che sono un cuore infinito e il giocare davvero uno per l'altro verso un unico obiettivo”.
C'è un giocatore famoso a cui ti ispiri?
“L'idolo è Shaquille O'Neal, ma lui è un centro e io non potrei mai giocare centro. E allora dico Robert Horry” (ora ritirato, ex grande specialista difensivo dei Los Angelese Lakers, e, come Catalani, superbo tiratore da tre punti).
Domenica arriva Trieste al PalaPanzini. Che squadra è?
“Un team completo in tutti i ruoli. Coperto negli esterni e con tre lunghi veri. Inoltre, è già tornato sul mercato, e l'arrivo di Leonardo Busca (38 anni, oltre dieci ai massimi livelli fra serie A e Legadue, torneo dove ha praticamente sempre fatto il play titolare), ha portato quell'esperienza che mancava in regia”.
Staremo a vedere, ma la Goldengas “a chilometri zero” è pronta.

Questo è un articolo pubblicato il 13-10-2010 alle 14:24 sul giornale del 14 ottobre 2010 - 1184 letture
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