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Stenotipia in rivolta, parte da Senigallia la protesta degli stenotipi

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di Riccardo Silvi
vivere.biz/riccardosilvi

corrado canafoglia

Senza un regolare contratto nazionale, spesso si collocano sotto la categoria dei metalmeccanici o delle badanti. Con uno stipendio minimo e nemmeno regolarmente percepito. Ma senza di loro i processi non si possono fare. Sono gli stenotipi, coloro che si occupano durante le udienze di trascrivere tutto ciò che viene detto. Una categoria di pubblici ufficiale che ha deciso di alzare la voce. E lo fa da Senigallia.

Assistiti dallo studio legale di Corrado Canafoglia, un comitato di circa 200 stenotipi ha deciso di alzare un coro di protesta per cercare di risolvere le beghe contrattuali. "Queste importanti figure, senza le quali non si possono fare processi, vivono nel più completo caos lavorativo -sottolinea l'avvocato Canafoglia-. Non esistendo un vero contratto collettivo a volte queste professionalità sono inquadrate come metalmeccanici, altre volte come servizi. Un sistema confuso che ricade direttamente sulla persona, sul lavoratore."

Al momento gli stenotipi sono assunti da aziende organizzate in consorzi, vincitori di appalti ministeriali. Vere e proprie piramidi societarie e di appalti. "All'interno di questo caos generale, ci sono stenotipi che non percepiscono stipendio da mesi o a cui non vengono pagati i contributi -continua Canafoglia.- Addirittura ci sono persone che hanno lavorato in nero dentro un tribunale. Il lavoro dello stenotipo è molto importante. Avvocati e giudici si basano e si fidano di ciò che questi professionisti scrivono e riportano. Senza il loro documento tutto si blocca. Sono questi i dettagli che rallentano la Giustizia."

Un problema soprattutto nel nord e nel sud Italia ma con qualche episodio anche nelle regioni centrali. "L'Italia è stata divisa in tre parti, nord, centro e sud. Ognuna è stata affidata ad un consorzio di imprese che si occupa anche del servizio di stenotipia -spiega l'avvocato senigalliese-. Col tempo queste società hanno dimostrato di non essere all'altezza né di comportarsi seriamente. Succede anche nelle Marche, da Ancona a Macerata. Ci sono soggetti all'interno del distretto della Corte d'Appello di Ancona incappati in questa realtà."

Una situazione dunque delicata che richiede l'intervento del Ministero della Giustizia. "Quello che chiediamo è che il Ministero della Giustizia tenga alta la guarda nei confronti di questi consorzio che si aggiudicano gli appalti. Non basta fare dei moniti, servono controlli specifici e più severe esclusioni dalle gare d'appalto. E' sempre più un esigenza l'inquadramento giuridico in un contratto nazionale di lavoro -continua Canafoglia-, con specifici diritti ma anche con precisi doveri che tutelino la professionalità dei lavoratori. In terzo luogo è necessario che il Ministero intervenga per fornire dei chiarimenti e delle spiegazioni."

E dalle parole il comitato è pronto a passare ai fatti. Dopo l'invio di una lettera ai Ministeri della Giustizia, del Lavoro, dello Sviluppo Economico e al Dipartimento dell'Organizzazione giudiziaria, i 200 stenotipi sono pronti a continuare nella loro battaglia "Il 14 settembre ci sarà davanti al Ministero della Giustizia una manifestazione di protesta -continua Canafoglia-. Inoltre presenteremo degli esposti in alcune procure d'Italia, in particolar modo dove il problema è più sentito. Li presenteremo ad Ancona, a Roma, a Perugia ma anche in Sicilia e in Puglia. Per il momento non parliamo di sciopero, valutata anche la funzione pubblica svolta dagli stenotipi ma non escludiamo di dover ricorrere anche a questo strumento."

Fra i rappresentanti del comitato ci sono Margherita Cusumano, Cristiana Cerulli, Alessia Falchi, Cristina Boccioli, Chiara Bergamin, Maria Cristina Pinna, Francesco Cellini e Amedeo Salvatore.





corrado canafoglia