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Senigallia città della fotografia: là dove la luce incontra l’ombra

fotografia 2' di lettura Senigallia 19/07/2010 -

Che cosa incrociano i tuoi sentimenti? Che cosa comunicavano le parole di Nino Migliori durante gli interstizi culturali delle brevi pause e il suo fare eccitato durante il work-shop? Osservare gli elementi che ci circondano, cercare qualcosa che può portare ad una conclusione; i toni, le gradazioni dei colori, i bianchi mangiati, bruciati, i neri intesi e aperti nel ricordo dell’imperscrutabile di Mario Giacomelli o lo sfocato, il mosso…per riprendere, fotografare non solo le cose che appaiono nel mondo, ma soprattutto quelle che sono nascoste, che non vediamo.



Possiamo pensare agli sconfinati paesaggi dell’anima, solo quando riusciremo a capire, osservare, riprendere le forme che ad una prima osservazione non sono visibili e trasformarle con la nostra fantasia e creatività in visioni interiori la cui interpretazione è sempre fonte di stupefazione, un viaggio nell’imperscrutabilità dell’io. La natura nasconde e custodisce misteri; nelle trame di un taglio dell’albero; negli anelli e nelle intercapedini del tronco o nelle asperità della corteccia; la potenza dell’energia nel movimento dell’acqua che scorre… la città è piena di forme, architetture; i muri sono attraversati dai graffiti e la città da innumerevoli segni della nuova civilizzazione urbana.

La fotografia può essere in grado di contenere i segreti più profondi, meno visibili, della natura stessa, per arrivare a comprende quale segno è più vicino alla propria esigenza di rappresentare, perché il mondo degli uomini che esprimono sentimenti, rituali, simboli, comunicazione e quello della natura, parlano con segni. Se la fotografia è una sorta di rappresentazione del mondo, lo stesso sistema che ci consente di leggere dentro il grande libro della vita, serve per orientarsi e capire un’immagine. Non bisogna fermarsi alla superficie ma entrarci dentro, penetrare nella poesia della scena, spostarsi tra i suoi elementi, districarsi tra le varie parti, scoprire i lati oscuri, cercarne là dove la luce incontra l’ombra, sentirne la pause, pensare agli odori, toccarne la materia, vedere i volumi per comprendere infine un significato: quello che almeno si avvicina di più ai sentimenti, quello che ti esalta perché ti fa percorre una direzione visiva che non intendevi o ignoravi…un processo di imitazione, esperienza e di riflessione può portare alle immagini dall’interno.

La fotografia è immaginazione, pretesto per un percorso interiore ma anche da sempre, strumento eccellente per attraversare i miti e le angosce di questa civiltà. E’ il pretesto per un viaggio interiore, per esplorare nuove fascinazioni visive e per ripristinare la propria centralità; “i ragazzi di Nino” durante le riprese del work-shop sono andati in questa direzione, hanno rimosso velocemente alcuni tabù fotografici ed elaborato un linguaggio di ricerca là dove la luce incontra l’ombra.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 19-07-2010 alle 17:26 sul giornale del 20 luglio 2010 - 5270 letture

In questo articolo si parla di arte, attualità, fotografia, enzo carli

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