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Caro-estate: aumenti dei prezzi sì ma solo se crescono i servizi

soldi 3' di lettura Senigallia 28/06/2010 -

“Sì all'aumento dei prezzi se giustificati dal miglioramento dei servizi, no categorico ai rincari dei generi di largo consumo”. Operatori economici e associazioni di categoria almeno su questo sono d'accordo.



Con l'arrivo della stagione turistica la spiaggia di velluto rischia di trasformarsi in uno svuota-tasche non solo per i turisti ma anche per i cittadini che subiscono in molti casi gli aumenti dei prezzi di vendita di molti prodotti. Se il caro-ombrellone per gli operatori può essere giustificato con un potenziamento dei servizi offerti alla clientela, aumenti di generi di largo consumo come caffè, pane, pizza, gelati e quant'altro durante il periodo estivo sono assolutamente ingiustificati e da condannare. Sul fronte della spiaggia, nonostante i preziari concordati dalle associazioni di categoria con i prezzi consigliati al pubblico per l'affitto di ombrelloni, sdraio e lettini, di fatto i gestori degli stabilimenti balneari operano in regime di libero mercato applicando tariffe in molti casi ben più alte.

“E' vero, rispetto ai listini di riferimento ci sono stabilimenti che applicano prezzi più alti e questo rientra nelle loro facoltà -afferma Giacomo Cicconi Massi di Oasi, il neo nato sindacato dei bagnini di Confartigianato- in genere però agli aumenti dei prezzi corrisponde un incremento del numero e della qualità dei servizi offerti al cliente dallo stabilimento balneare. Ci sono imprese balneari che si stanno rinnovando lanciando un segnale importante. Investire, nonostante la crisi, per un prodotto di alta qualità. Ed è proprio su questo aspetto che stiamo ragionando come categoria. È ora di sedersi attorno ad un tavolo e ragionare per diversificare quanto più possibile l'offerta balneare”.

Per la spiaggia di velluto il limite principale resta il piano degli arenili che di fatto blocca la libera iniziativa imprenditoriale. “Stiamo lavorando per arrivare alla creazione di un'impresa balneare multifunzione -aggiunge Cicconi Massi- se i bagnini vogliono introdurre servizi come ad esempio massaggi, l'accoglienza per gli animali domestici, o l'affitto di bici, ora non possono farlo perchè il piano degli arenili non lo consente”. Piano degli arenili a parte (che resta una questione annosa e discussa da sempre), l'aumento dei prezzi di generi di largo consumo non può invece essere tollerato. “Se un operatore riesce a farsi pagare di più per un servizio nuovo o migliore che riesce a fornire ben venga -fa eco il presidente di Confcommercio Luciano Conz- accanto a stabilimenti balneari o magari ristoranti con prezzi più elevati giustificati da qualità diverse esistono tanto altre strutture con prezzi contenuti o comunque stabili. E il cliente può scegliere. Quello che rigettiamo invece è l'aumento dei prezzi per i beni di largo consumo come ad esempio il caffè al bar, il pane piuttosto che la pizza o il gelato piuttosto che un panino, durante l'estate”.

“Bisogna stare attenti a non strozzare il turista -prosegue Cicconi Massi- l'aumento del prezzo deve essere l'ultimo escamotage dell'impresa per coprire i sempre crescenti costi sostenuti. Consigliamo magari di un'analisi aziendale che consenta un'ottimizzazione dei costi”.






Questo è un articolo pubblicato il 28-06-2010 alle 23:58 sul giornale del 29 giugno 2010 - 780 letture

In questo articolo si parla di economia, giulia mancinelli, prezzi

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