Ilvo Diamanti comunica la speranza alla Scuola di Pace

È così difficile comunicare la speranza? È questa la domanda che si fa Ilvo Diamanti chiamato a parlare giovedì sera per l'incontro conclusivo della serie proposti dalla Scuola di Pace “V. Buccelletti”.
È veramente difficile comunicare la speranza? Il professore ammette che è difficile comunicare una parola ormai scomparsa. “Basta vedere nella nostra comunicazione quotidiana quanto la parola speranza ricorra poco”.
Ma facciamo un passo indietro e iniziamo a ragionare sulla parola speranza. “La parola speranza presuppone almeno altre due parole: futuro e fiducia”. “La speranza è la fiducia nel futuro, credere che la realtà possa cambiare, che le nostre convinzioni possano diventare realtà”.
Ma quale futuro è possibile per una società che ha completamente perso di vista progetti di lunga durata e in cui tutto è ridotto all’oggi? Che futuro per una società in cui i giovani non hanno più la speranza di avere un futuro migliore dei loro genitori?
La seconda parola presa in considerazione è la fiducia: “La fiducia è un investimento per il futuro, una società senza fiducia è una società senza futuro. Oggi le uniche istituzioni che suscitano fiducia sono le forze armate”.
Passiamo poi all’atto stesso della riflessione, il comunicare. Qui Diamanti da bravo professore di Comunicazione politica ci spiega quanto è difficile la comunicazione in una società globalizzata che ci atomizza e ci fa rinchiudere nel nostro piccolo mondo.
Ma la questione della speranza non può prescindere da un discorso politico: “Abbiamo prima di tutto una perdita di speranza nella politica. La politica prima era portatrice di ideologie e fedi, di grandi narrazioni storiche che oggi sono scomparse. Quello che rimane è un appiattimento della politica all’agenda quotidiana e a piccole narrazioni individuali”.
“Per riprendere alcuni titoli di libri, noi siamo la società dell’incertezza, della sfiducia e dell’angoscia. È molto più facile alimentare la sfiducia rispetto alla fiducia, la paura rispetto alla speranza. Oggi chi vince in politica è chi promette di difendere le persone dalla paura e non chi porta speranza”.
La conclusione di Diamanti non è però del tutto pessimista e anzi si trova in tono con il titolo dei corsi di quest’anno: “La speranza oltre la crisi”. Il professore è convinto che: “Non bisogna rassegnarsi alla paura, bisogna riacquistare la speranza. Abbiamo bisogno di imprenditori della speranza convincenti che riescano a vincere sugli odierni imprenditori della paura”.

Questo è un articolo pubblicato il 14-05-2010 alle 00:36 sul giornale del 14 maggio 2010 - 1511 letture
In questo articolo si parla di cultura, scuola di pace, giulia angeletti, ilvo diamanti, ilvo diamantini
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