Italia Nostra: il progetto per i giardini Catalani non è con la valorizzazione delle mura

Il migliore servizio che si possa fare al passato è quello di conservarlo, comprenderlo e renderlo comprensibile e visibile a tutti. Se questo vale per un intero nucleo storico, a maggior ragione vale per quella parte così unica per il suo valore identitario rappresentata dalle mura cittadine
Il progetto preliminare dei Giardini Catalani invece sembra seguire tutt’altra filosofia: magari è un bel progetto di giardino, ma ignora le mura. Propone infatti una scenografia costituita da una vasca ovale, un mosaico, zampilli, ampi marciapiedi in pietra, tutti elementi che finiscono per mettere in secondo piano proprio quello che dovrebbe essere invece al centro del campo visivo e l’obbiettivo principale dell’attenzione, cioè la monumentalità delle mura. Oltretutto la grande estensione dei marciapiedi in pietra riduce lo spazio verde, lo chiude come in una morsa e lo separa dalle mura, contraddicendo così proprio a quello che dovrebbe essere il criterio basilare di ogni azione di valorizzazione di una cinta murata.
Non si valorizza un monumento sovrapponendogli una scenografia; ribadiamo perciò che il percorso progettuale da seguire è più modestamente quello di scoprire quanto più possibile la visuale delle mura, liberandola da ogni ingombro, abbassando il piano di quota del terreno e realizzando una scarpata a prato digradante verso la base delle mura stesse fino alla profondità di almeno un metro. In questo modo la cinta murata è più visibile e risulta immersa in un prato verde. Il risparmio che se ne ottiene può essere utilizzato per il restauro. Lo stesso criterio va utilizzato per tutto il perimetro delle mura, che debbono essere considerate un monumento unitario e non una somma di segmenti separati e diversi.
E’ urgente perciò un Piano generale di recupero, in cui collocare i singoli interventi in modo coerente e omogeneo, evitando il rischio della frammentazione e della contraddittorietà, rischio molto reale. L’obbiettivo finale deve essere quello di recuperare integralmente la visione della città pentagonale e dell’ampliamento settecentesco, isolando il nucleo storico dalle strade, dai quartieri e dai singoli edifici sorti al suo esterno e immergendolo in un grande prato verde. Un’utopia che potrà prendere forma nell’arco di almeno due decenni, ma che alla fine ci restituirà un’immagine completamente diversa e di gran lunga più bella della città storica.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 03-05-2010 alle 19:30 sul giornale del 04 maggio 2010 - 2848 letture
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