comunicato stampa
Versus Complanare sugli espropri: \'Il protocollo non ci soddisfa\'


Si ritiene opportuno in primo luogo sottolineare la non eccezionalità dell’evento.
Infatti, leggendo il Protocollo, nella sua integrale formulazione come fornita al Comitato dalla Commissione Espropri della Provincia di Ancona, emerge chiaramente che Società Autostrade e la Provincia medesima si sono limitate a mettere nero su bianco ciò che è statuito ed imposto dal Testo Unico degli Espropri a tutt’oggi vigente. Ecco il perché dell’assoluta inutilità di detto Protocollo.
Ad esempio l’accordo in questione prevede che vengano indennizzati i soprassuoli (alberi e quant’altro) e i manufatti presenti sui terreni agricoli, fatto questo già previsto e disciplinato da specifiche disposizioni contenute nel Testo Unico degli Espropri, così come quella dell’indennizzo relativo alla svalutazione della proprietà residua non interessata dall’esproprio.
Inoltre, detto protocollo sembra essere dedicato alla determinazione in via bonaria delle sole indennità dei terreni non edificabili e quindi dei terreni agricoli, escludendo, per quanto è dato sapere, i terreni edificati ed edificabili ovvero l’esproprio di case, cortili, giardini, attività commerciali ed industriali.
Se lo scopo di questo protocollo, come è detto leggere nella premessa del medesimo, è quella di eliminare il più possibile il contenzioso che può nascere in sede di determinazione delle indennità, nonché quello di venire incontro ai cittadini che non hanno le disponibilità economiche per affrontare le spese per il conferimento di incarichi a tecnici ed avvocati, sembrerebbe che il suddetto scopo difficilmente si possa raggiungere in tal modo.
Sarebbe stato auspicabile, invece, che Società Autostrade e la Provincia di Ancona avessero provveduto all’adozione di un protocollo nel rispetto dei principi dettati dalla Carta Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla Corte Costituzionale, ovvero che avessero previsto indennizzi commisurati al valore di mercato dei beni espropriati, che avessero previsto indennizzi anche per i proprietari di aree edificabili e quindi degli immobili nonchè la previsione di tempi e di modalità contingentate e certe per il pagamento effettivo delle indennità medesime.
Inoltre, in merito alla figura del referente per i danni si ritiene opportuno sottolineare che nel suddetto protocollo, oltre ad istituire una figura che per legge dovrebbe già essere presente, non vi è traccia alcuna che imponga a Società Autostrade una tempistica precisa per l’intervento del referente suddetto nei luoghi dove si sono verificati i danni ai proprietari.
In altre parole, non sono preventivati tempi e modalità che garantiscano al cittadino espropriato e danneggiato di avere tempestive ed adeguate risposte ai danni che potrebbero essere procurati.
Del resto la figura del referente non si sostituisce e non può sostituirsi al diritto di ciascun cittadino di adire le competenti Sedi giurisdizionali per avere ristoro dei danni subiti.
Solo il ricorso a criteri indennitari vicini ai valori di mercato, solo la previsione di un codice comportamentale relativo anche all’esproprio dei terreni edificati potrebbe essere risolutivo del contenzioso giudiziario che con ogni probabilità avrà seguito.
Non si capisce la logica che ha condotto adottare questo protocollo e quindi ad affermare che si è vicini ai proprietari dei terreni agricoli e non ai proprietari di immobili previsti in abbattimento o di attività industriali che rischiano la chiusura.
Comunque si vuole per un attimo ripercorre la storia della nascita di questo protocollo, all’inizio della quale la Provincia di Ancona aveva chiesto ai Comuni interessati, a seguito della riunione del 2 luglio 2009 tenutasi alla presenza di Società Autostrade ed Anas, la segnalazione all’interno dei propri territori “di casi paradigmatici”.
Al riguardo, per quanto è dato sapere, il Comune di Senigallia, pur avendo nel proprio territorio molte situazioni delicate e rilevanti proprio a causa della realizzazione della complanare, nulla ha riscontrato alla Provincia di Ancona. Quindi a questo punto è lecito domandarsi ancora una volta quale sia l’utilità di questo protocollo e quale sia stato il valore aggiunto che gli Enti, compreso il Comune di Senigallia, hanno inteso apportare ai loro cittadini espropriati tramite detto accordo.
