comunicato stampa
La fotografia del tempo


Il tempo presente e il tempo passato
Sono forse presenti entrambi nel tempo futuro
E il tempo futuro è contenuto nel tempo passato
T. S. Eliot Quattro Quartetti,
trad. it. Di F.Donini, Garzanti Milano 1982
Le immagini fotografiche possiedono la specifica proprietà di evocare il tempo, di sospendere magicamente una successione di istanti su cui riandare con la memoria ed il ricordo. Quindi esiste una stretta correlazione tra fotografia e tempo; il problema che solleviamo è sul concetto di tempo comunemente inteso. Qual è la versione più accreditata del tempo; qualcosa di lineare, di ordinato che procede linearmente, di solito da sinistra a destra, secondo una lettura comune, dal passato, al presente al futuro oppure qualcosa di diverso che spesso insiste con l’immagine fotografica quando per esempio di fronte ad una foto a noi cara proviamo tutta una serie di suggestioni emotive, coinvolgimenti emotivi, sensazioni che coinvolgono a diversi livelli la nostra sfera affettiva e che ci fanno andare con la memoria di un attimo in un tempo indifferente dove un minuto può sembrarci un ‘ora o una settimana? Secondo la teoria della relatività di Einstein il tempo dipende dalla velocità dell’osservatore e quindi quelli che sono avvenimenti simultanei per qualcuno, possono apparire conseguenti per altri. Ecco forse perché la forza dell’evocazione insita nell’immagine fotografica è strettamente correlata con la visione (e quindi con il concetto di riporto attenzionale ed emotivo) dell’osservatore; non esiste quindi un “adesso”, un tempo assoluto universalmente accettato.
D\'altronde si conoscono corpi opachi dotati di enormi campi gravitazionali, i buchi neri, in cui il tempo può fermarsi improvvisamente tanto meno mantenere un percorso lineare. Si può ipotizzare un ordine superiore, un campo vasto e sconfinato, un unicum dove materia, spazio, tempo e coscienza si coniugano e potrebbero stabilire complessi rapporti, reciproche invasioni e conquiste che determinano diversi tipi di tempo (oltre a quello lineare, consequenziale del senso comune) che determinano un concetto diverso della realtà dai noi comunemente intesa. ( la stessa coscienza che interagisce o con lo spazio in cui si manifesta o con la materia) La fotografia ci interroga in modo diverso ogni volta che riandiamo con le sue visioni alla memoria e ogni volta, in relazione alla nostra sensibilità e percezione ci fornisce una diversa dilatazione di quel tempo a noi intimamente legato. Questo può essere significativo anche del fatto che ogni fotografia opera un trasferimento del reale in uno spazio ideale le cui coordinate sono legate ad un’interpretazione soggettiva del tempo e alla funzione di coscienza, determinati o correlati alle motivazioni inconsce del fotografo. Il concetto di evocazione diviene sempre più “centro” del linguaggio della fotografia, così come del resto la poesia.
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Riflessioni tratte da “Bambini nel tempo” di Ian Mc Ewan, Ed.Einaudi, 2002
Una riflessione a proposito della lettura del portfolio fotografico:
La critica fotografica nella valutazione delle immagini di un fotografo, spesso non è - o non vuole- tener conto di quanto sia importante conoscere direttamente dall’Autore le motivazioni che lo hanno spinto a realizzare quelle immagini. Il critico fotografico quando interpreta, “legge” una fotografia, (tanto più che con l’ausilio del digitale, si raggiungono alti livelli di manipolazione) dovrebbe privilegiare, quando possibile, una discussione “motivazionale” ed “esperienziale”con il fotografo , sul suo vissuto, sugli intenti che lo hanno portato a realizzare quella fotografia, per meglio comprendere il collegamento tra finalità e scopi e la resa estetica, il linguaggio utilizzato e fornire, se il caso, completamenti.
