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Castelleone: domenica si celebra la giornata del mutilato del lavoro

10' di lettura 12/11/2009 - La sezione provinciale Anmil organizza domenica 15 novembre in collaborazione con il fiduciariato di Castelleone di Suasa e la locale Associazione Nazionale Combattenti e Reduci la “GIORNATA DEL MUTILATO DEL LAVORO” e la “GIORNATA DELL’UNITA’ D’ITALIA E DELLE FORZE ARMATE”.

Secondo il “Rapporto sugli infortuni sul lavoro” redatto dall’INAIL, nel 2008 dobbiamo registrare che sono in calo gli incidenti sul lavoro, ed anche i morti sono in leggero calo infatti gli infortuni sono stati N° 874.940 dei quali N° 1.120 mortali, per la prima volta dal 1951 gli infortuni mortali sono scesi al di sotto dei 1.200 casi l’anno. Dei casi mortali 1 su 4 sono stati subiti da immigrati questo per sottolineare l’importanza che oggi riveste la manodopera immigrata.



Guardando agli incidenti che non hanno conseguenze mortali, il lieve calo complessivo non può far dimenticare che un minor numero di infortuni si è verificato in quei settori produttivi come l’agricoltura e l’industria, nei quali l’occupazione ristagna o diminuisce ma anche a causa dell’aumentato lavoro nero. Ma nonostante i leggeri cali di infortuni e morti sul lavoro il loro numero è sempre abbastanza alto e quindi non ci sono motivi o possibilità, secondo noi, di ottimismo. E anche per il 2009 non registriamo, ma speriamo di sbagliarci, segnali particolarmente positivi. Dunque, un quadro complessivo che giudichiamo estremamente preoccupante, pur dando atto ai rappresentanti delle Istituzioni di aver fatto in questi ultimi anni un lavoro davvero egregio. Un riconoscimento convinto, questo che vogliamo tributare loro, un riconoscimento che nasce da alcune semplici riflessioni.



Il quadro preoccupante che ci troviamo oggi davanti, a nostro giudizio è frutto della forte discontinuità registrata negli ultimi dieci anni sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro. In dieci anni gli infortuni sono indubbiamente diminuiti, e non avrebbe potuto essere diversamente visti gli enormi progressi tecnologici che hanno interessato le attività produttive, ma questa diminuzione solo in piccola parte può essere attribuita all’attenzione della politica. Ricordo che dieci anni addietro eravamo praticamente i soli a denunciare quasi quotidianamente una strage altrimenti silenziosa. Poi, è cresciuta l’attenzione delle istituzioni, è nata “Carta 2000”, si è svolta a Genova la prima Conferenza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, sono stati varati, con il decreto legislativo n. 38 del 2000, i primi provvedimenti di promozione del rispetto delle norme di prevenzione. Dopo il 2000, però, più nulla, di nuovo il silenzio. Anzi, una tendenza diffusa a considerare gli infortuni e le malattie professionali quasi come ineluttabili e la sicurezza nei luoghi di lavoro come materia contrattabile.



L’azione di contrasto rispetto a qualsiasi emergenza sociale, invece, ha bisogno di tensione morale, di impegno quotidiano, di condivisione di intenti, di lavoro corale. Nella guerra contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, allora, diamo atto al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di aver suscitato e mantenuto una forte tensione sociale. Diamo atto al Parlamento che nel 2007 emanò la legge delega in materia di revisione della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, condividendo questo impegno con i rappresentanti degli enti locali. Bisogna continuare su questa strada, perché, come dimostrano i risultati dell’attività ispettiva svolta dal Ministero del Lavoro e come testimonia la triste catena quotidiana di morti e di infortuni, sono troppe le aziende lontane dal rispettare le regole della sicurezza.



Siamo certi che la guardia resterà alta e, nel nostro piccolo, continueremo a fare tutto il possibile per dare un contributo di stimolo e di monito, convinti come siamo che per primi noi, avendo vissuto personalmente il dramma dell’infortunio o della malattia professionale, abbiamo il dovere di evitare che altri nostri colleghi lavoratori debbano sopportare la stessa esperienza. Se davvero vogliamo risultati immediati, se si vuole una autentica inversione di tendenza, è assolutamente indispensabile che da subito si predispongano campagne di promozione, di informazione e di sensibilizzazione, trasmissioni televisive di approfondimento, programmazione di interventi formativi continui per i lavoratori e potenziamento dell’azione di controllo soprattutto attraverso la realizzazione del coordinamento tra gli enti coinvolti nelle attività ispettive. Nel contempo, tuttavia, continuiamo a ribadire che prevenzione degli incidenti sul lavoro e tutela delle vittime sono due facce della stessa medaglia.



Non garantire una giusta tutela alle vittime di infortuni sul lavoro o di malattie professionali, vuol dire scandalizzarsi per un problema, la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, ma disinteressarsi delle sue conseguenze, cioè della sorte dei lavoratori che fanno le spese delle precarie condizioni di prevenzione negli ambienti di lavoro. Abbiamo chiesto al Governo provvedimenti su tutte e due le facce della medaglia. Ma se questo si è riscontrato per la sicurezza nei luoghi di lavoro, così non è stato rispetto alla tutela delle vittime di infortuni o malattie professionali. Con delusione e sconcerto abbiamo rilevato che da diversi anni nelle leggi finanziarie, ed i decreti legge collegati, non contengono alcun provvedimento teso a rendere finalmente giustizia a questa categoria di lavoratori. Eppure, risulta davvero difficile smentire i dati divulgati dall’Associazione sul peggioramento complessivo della tutela prevista per le vittime di incidenti sul lavoro o di malattia professionale, anche perché si tratta di dati oggettivi, che fanno riferimento non ad impressioni, ma alla realtà rappresentata dalle tabelle introdotte nel 2000 con lo scopo dichiarato di migliorare le coperture assicurative garantite dall’INAIL. Una realtà che avevamo evidenziato già all’epoca senza essere ascoltati e che, ormai, tutti riconoscono.



L’introduzione della copertura del danno biologico si è risolta in un vantaggio per lo Stato e per le aziende: per lo Stato poiché l’INAIL, tra riduzione delle prestazioni ed aumento dei premi assicurativi pagati dalle aziende, porta nelle casse del Ministero dell’Economia oltre due miliardi di euro l’anno che hanno contribuito fino ad oggi a fronteggiare le esigenze della spesa pubblica; vantaggio per le aziende, che hanno evitato di dover rispondere in sede giudiziaria alle migliaia di richieste di risarcimento del danno biologico avanzate dai lavoratori infortunati o vittima di malattie professionali. A rimetterci sono stati coloro che, a seguito di infortunio sul lavoro o di malattia professionale, si sono ritrovati con invalidità permanenti medie o piccole (se così si possono chiamare), per i quali la nuova normativa si è tradotta in minori indennizzi. Ripetiamo la richiesta di intervenire da talmente tanto tempo che ormai si tratta di un’esigenza riconosciuta da tutti e ampiamente condivisa anche dal Ministro del Lavoro, però senza che si arrivi ad atti concreti.



Riteniamo non più tollerabile il fatto che ogni anno, ed anche nel 2009, due miliardi di avanzo di amministrazione dell’INAIL vengano fagocitati dal Ministero dell’Economia per sostenere la spesa pubblica, mentre la tutela degli infortunati sul lavoro si affievolisce sempre di più. Finalmente quest’anno siamo riusciti a far adeguare con un aumento dell’8,68% la tabella di indennizzo del danno biologico che dal 2000 non era stata adeguata neppure al costo della vita. Un’altra ingiustizia che stiamo combattendo è che non può essere più tollerata è quella riguardante la questione che alla pensione di inabilità possono accedere tutti i disabili tranne quelli per cause di lavoro. Cosa deve fare per vivere un infortunato con grave invalidità e con difficoltà a essere accettato dal mondo del lavoro? Oggi la risposta è che deve vivere con il solo indennizzo ricevuto dall’INAIL per l’infortunio o per la malattia, ma non sarebbe così se lo stesso indennizzo lo avesse ricevuto da un’assicurazione privata, perché quello sarebbe davvero un risarcimento del danno subito.



No, non possiamo più tollerarlo, anche l’infortunato sul lavoro deve poter accedere alla pensione di inabilità. Come tollerare che per chi rimane vittima di un infortunio sul lavoro non siano garantite cure tempestive e adeguate o uno specifico sostegno psicologico che aiuti a superare il trauma subito, mentre non sono neppure realizzati percorsi di riqualificazione professionale per un suo tempestivo reinserimento al lavoro. Eppure le norme ci sono, ma non vengono applicate. Com’è possibile tollerare che i superstiti dei morti sul lavoro non abbiano un percorso facilitato per inserirsi nel mondo del lavoro, per continuare a mantenere dignitosamente una famiglia. Il totale degli avanzi di amministrazione dell’INAIL spariti nelle casse del Ministero dell’Economia, è ormai arrivato a quasi 13 miliardi di euro, un valore superiore a quello di una legge finanziaria. L’INAIL ormai non è più posto in condizione di garantire tutela adeguata alle vittime del lavoro. Eroga prestazioni economiche peggiori che in passato, non può svolgere interventi sanitari adeguati, non può promuovere interventi per il reinserimento lavorativo.



In una parola, per gli infortunati può fare ben poco. Non può neppure gestire le proprie risorse economiche, decidere gli investimenti dei capitali accantonati per far fronte nel futuro alle prestazioni erogate. Il Consiglio di indirizzo e vigilanza ed il Consiglio di Amministrazione dell’INAIL, hanno proposto e riproposto, inascoltati anch’essi come noi, interventi per la riduzione delle tariffe dei premi assicurativi pagate dalle aziende e per il miglioramento delle prestazioni alle vittime del lavoro. Ma questi temi non sono mai entrati nel dibattito politico o nell’agenda di lavoro del Governo. Non hanno trovato spazio nemmeno sui tavoli di concertazione sulla previdenza, sul welfare, sul lavoro e questo nonostante a quei tavoli si siano seduti i rappresentanti delle stesse parti sociali che si confrontano all’interno del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’INAIL e che hanno avanzato le proposte appena ricordate.



Tutte le decisioni sulla gestione dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, vengono prese all’esterno del suo ente gestore, senza che le espressioni dei rappresentanti delle parti sociali che compongono i suoi organi abbiano un minimo valore. Tutto questo ha poco senso e non si può andare avanti in questo modo, ci vogliono segnali forti. L’ANMIL chiederà al Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’INAIL, tramite il proprio rappresentante nel suo interno, di riconoscere la sua assenza di ruolo e di lanciare un segnale politico forte, non approvando il bilancio di previsione dell’Istituto. L’ANMIL ha sempre pazientemente richiamato, con grande spirito di collaborazione, l’attenzione e la responsabilità di tutti gli organi istituzionali e politici, sulla difficile situazione in cui versa la categoria delle vittime di infortuni sul lavoro e dei loro superstiti, ma oggi ha il dovere di far sentire, più forte possibile, la voce delle vittime del lavoro e delle loro famiglie. Le vittime di incidenti sul lavoro sono dimenticate.



E, in Giornate come questa, dedicate al loro ricordo, esprimono una ferma richiesta di giustizia. Con soddisfazione, ribadiamo, abbiamo appreso l’adeguamento della tabella di indennizzo del danno biologico dell’8,68% e l’aumento della rendita Inail del 3,23% a partire dal 1° luglio, sono risultati comunque importanti, a fronte dei molteplici e gravi problemi che ci sovrastano sul piano economico, sociale e istituzionale. Sono un segnale forte e positivo, di cui diamo atto al Ministro Sacconi, ma non possiamo certamente abbassare la guardia: restano gli obiettivi complessivi di adeguamento della tutela; resta la riconduzione al normale regime dell’assicurazione infortuni. Allora, continueremo ad incalzare il Governo con una azione propositiva, che ricollochi al centro dell’ attenzione la tutela per gli infortunati ed invalidi del lavoro.



Gioacchini Enzo

Presidente Provinciale ANMIL - Ancona






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 12-11-2009 alle 11:46 sul giornale del 13 novembre 2009 - 1256 letture

In questo articolo si parla di castelleone di suasa, attualità, Anmil, Associazione nazionale Mutilati e Invalidi del lavoro





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